Uno studio internazionale pubblicato su JAMA Network Open ha valutato gli esiti della gravidanza nelle donne con sclerosi multipla (SM) e disabilità moderata-severa (EDSS ≥3), mostrando che la maternità non è associata a un peggioramento della progressione a lungo termine della malattia.
L’analisi, condotta su dati del registro MSBase tra il 1984 e il 2024, ha incluso 1631 donne, di cui 575 in gravidanza e 1056 controlli appaiati per età e gravità di malattia. L’attività di malattia si è ridotta durante la gestazione, con una diminuzione del 75% dei tassi annualizzati di ricaduta nel primo trimestre. Tuttavia, nei tre mesi successivi al parto si è osservato un incremento del 36% rispetto ai livelli pre-concepimento.
Le ricadute in gravidanza erano più probabili in donne con alto tasso di ricaduta pre-gravidico e in quelle che avevano sospeso natalizumab o fingolimod prima del concepimento. Al contrario, età più avanzata e prosecuzione della terapia modificante il decorso di malattia in gravidanza risultavano fattori protettivi. Inoltre, la ripresa precoce del trattamento entro un mese dal parto riduceva significativamente il rischio di ricadute post partum.
Sul fronte della disabilità, non sono emerse differenze significative nella progressione confermata a 6 mesi tra donne gravide e controlli. I fattori maggiormente associati a un peggioramento più rapido erano invece la presenza di ricadute in gravidanza e un punteggio EDSS >4 nel post partum.
Gli autori concludono che, anche nelle forme più gravi di SM, la gravidanza non aumenta il rischio di peggioramento a lungo termine, ma resta cruciale garantire un controllo ottimale della malattia nel periodo peri-gravidico.
Fonte: JAMA Netw Open, 2025 vol. 8(9) e2531581 Pregnancy-Related Disease Outcomes in Women With Moderate to Severe Multiple Sclerosis Disability.