Il carico assistenziale familiare non è solo un tema sociale, ma un problema sanitario di primo piano. Una survey dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rivela che il 41% dei caregiver sviluppa nuove patologie croniche durante il periodo di assistenza, con una prevalenza di disturbi psichiatrici e neurologici.
La ricerca, condotta su oltre 2.000 persone (per l’83% donne), mostra come due caregiver su tre vadano incontro a più di una malattia cronica. La salute mentale è la più colpita: ansia, depressione, disturbi del sonno e burn-out emergono come condizioni frequenti, seguite da patologie scheletro-muscolari, cardiovascolari e gastrointestinali. Particolarmente vulnerabili le donne giovani, che spesso rinunciano a controlli e terapie pur di non interrompere l’assistenza ai familiari fragili.
“Le donne impegnate nella cura pagano un prezzo altissimo in termini di salute fisica e psicologica – ha spiegato Elena Ortona, direttrice del Centro ISS per la medicina di genere –. Le disuguaglianze di genere si traducono inevitabilmente in disuguaglianze di salute”.
Per la neurologia, i dati assumono un rilievo speciale: i caregiver sono spesso al fianco di pazienti con patologie neurodegenerative o croniche disabilitanti, condizioni che richiedono assistenza continua e che possono moltiplicare il rischio di sovraccarico fisico ed emotivo. Le malattie neurologiche, prima causa di disabilità in Italia e nel mondo, si intrecciano così in modo diretto con il tema della salute dei caregiver, rendendo urgente un approccio integrato che includa supporto psicologico, servizi territoriali e politiche mirate.
Durante il convegno ISS dedicato alla salute dei caregiver in ottica di genere, la responsabile scientifica Marina Petrini ha ricordato il ruolo cruciale della prevenzione primaria: “Dal contributo del medico di medicina generale, alla mappatura dei servizi esistenti, fino agli interventi di autocura per la gestione dello stress, la promozione della salute dei caregiver deve diventare parte integrante delle strategie di sanità pubblica”.