Le fogne raccontano le abitudini di consumo degli italiani. E lo fanno con numeri chiari: la ketamina è in forte crescita in tutta Italia, l’eroina registra un deciso declino, mentre cannabis e cocaina restano ai vertici delle sostanze più diffuse. È quanto emerge dallo studio condotto su 38 città italiane nell’ambito del progetto “Acque reflue 2023”, commissionato dall’Istituto Mario Negri e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio. Lo studio, parte della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, ha analizzato le acque reflue di capoluoghi e centri a vocazione turistica, tracciando una mappa dei consumi basata su dati concreti: le sostanze che scorrono sotto le nostre città.
A colpire è soprattutto la crescita della ketamina, anestetico usato anche come droga ricreativa. Nel 2024 il consumo medio nazionale è salito da 4,9 a 7,3 mg per 1.000 persone al giorno, con picchi significativi a Milano, Bologna e Trieste, dove si registrano aumenti fino a quattro volte rispetto al biennio 2020-2022. I ricercatori sottolineano come questi dati riflettano probabilmente un uso ricreativo crescente, ma invitano anche a confrontare i numeri con le prescrizioni mediche per un quadro più preciso. In netto calo, invece, il consumo di eroina, il cui valore medio nazionale è passato da 2,8 a 1,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti. Un trend visibile in gran parte del Paese, in particolare nelle città del Centro Italia, tradizionalmente tra le più colpite: a Perugia, Campobasso, Ancona, Firenze, L’Aquila, Roma e Pescara i consumi sono in forte diminuzione. Fanno eccezione Terni e Verona, dove l’uso resta elevato: nella città umbra si toccano le 7,5 dosi giornaliere per 1.000 persone. La cannabis continua a essere la sostanza più consumata, con una media nazionale stabile di 52 dosi al giorno ogni 1.000 abitanti. Ma anche qui emergono differenze: mentre a Vibo Valentia e Trapani si registrano consumi minimi (14-15 dosi), città come Bologna, Roma e Olbia viaggiano attorno alle 100 dosi giornaliere.
La cocaina si conferma la seconda droga più diffusa con 11 dosi medie giornaliere, e un trend in lieve crescita. Raddoppi a Aosta e Belluno, aumenti a L’Aquila, Potenza, Latina, Terni e Verona. In calo solo a Bari e Perugia. Anche la metamfetamina e l’ecstasy, pur con valori molto più bassi, mostrano segnali di crescita in diverse città, in particolare Bologna, Milano, Roma, Venezia e Trieste. Lo studio ha monitorato anche 60 nuove sostanze psicoattive (Nps), tra cui catinoni sintetici, triptamine e oppioidi. In tutte le città sono state rilevate tracce, anche se i consumi restano bassi. I catinoni sono le Nps più diffuse, mentre non sono stati rilevati oppioidi sintetici analoghi del fentanyl a uso ricreativo. Secondo gli esperti, ciò potrebbe indicare un uso ancora contenuto in Italia di queste sostanze estremamente pericolose, la cui diffusione preoccupa invece in altri Paesi. “Questo studio non è esaustivo del fenomeno, ma consente di fotografare in tempo reale le tendenze di consumo – spiega Sara Castiglioni, responsabile del Laboratorio di indicatori epidemiologici ambientali dell’Istituto Mario Negri –. I dati provengono da una rete di 38 città monitorate due volte all’anno per due anni. È uno strumento utile per capire dove intervenire”.