Il diabete mellito tipo 2 (DM2) è una delle malattie croniche con maggior prevalenza nel mondo, responsabile di aumentata mortalità e incremento dei costi sanitari, determinati dalla cura della malattia e delle sue complicanze (Lin X, et al. Sci Rep 2020). «Le linee guida internazionali sottolineano l’importanza della modifica dello stile di vita e dell’incremento dell'attività fisica nei pazienti con DM2, con effetti benefici sul compenso glicemico, sulla riduzione dei rischi cardio-vascolari e sul calo ponderale» afferma Paola Morpurgo insieme alla Commissione Diabete AME (Associazione Medici Endocrinologi) coordinata da Olga Eugenia Disoteo. «Ad oggi, non è noto quale sia la corretta dose e la tipologia di attività fisica da proporre».
«In una recente revisione sistematica e metanalisi (Gallardo-Gómez D, et al. Diabetes Care 2024) sono stati inclusi tutti gli RCT che hanno valutato solo l’effetto determinato dall’attività fisica (camminata veloce, high-intensity interval training, esercizi aerobici misti, esercizi multi componenti che associano attività aerobiche ad attività di forza, ecc), escludendo quelli che coinvolgevano anche terapie dietetiche o farmacologiche» osservano gli specialisti.
«L’esito considerato era il compenso metabolico (HbA1c)» continuano gli esperti.
«Sono stati inclusi 126 studi per un totale di 6718 soggetti (46.19% maschi, età media 58 anni - range 39-73; durata media del DM2 27.66 ± 3.79 anni), categorizzati secondo il compenso glicemico in relazione ai valori di HbA1c (pre diabete: < 6.5%; DM2 compensato: 6.5-7.0%; DM2 non compensato: 7.0-8.0%; DM2 gravemente scompensato: > 8%)» riportano Morpurgo e colleghi. «Per avere un dato omogeneo, i vari interventi sono stati trasformati in dispendio energetico (MET minuto/settimana) (Metabolic Equivalent of Task)» riferiscono gli specialisti.
«Questi i risultati. È stata osservata una relazione dose-risposta non lineare (a J) tra attività fisica e HbA1c, essendo però la dose ottimale (per tutte le categorie di compenso glicemico) pari a 1100 MET min/settimana» continuano gli esperti. «Le migliori tipologie di attività fisica sono risultate quelle multi-componenti, di forza o la camminata veloce» osservano Morpurgo e colleghi. È stata stimata la dose di attività fisica che corrisponde a 1100 MET min/settimana» proseguono gli specialisti.
«Per raggiungere 1100 MET minuti a settimana, l'attività aerobica di intensità moderata richiede circa quattro ore, mentre quella ad alta intensità necessita di poco più di due ore e mezza» riferiscono gli esperti. «Se l'allenamento comprende anche esercizi di forza oltre all'aerobica, il tempo necessario aumenta: con un'intensità moderata servono oltre cinque ore, mentre con un'intensità elevata bastano circa due ore e un quarto» osservano Morpurgo e colleghi. «Il solo training di forza, a seconda dell'intensità, varia dalle cinque ore e mezza alle tre ore a settimana. Infine, camminando velocemente si può ottenere lo stesso valore MET percorrendo circa quattro ore e mezza a un ritmo moderato o poco più di due ore e mezza a un ritmo sostenuto» riportano gli esperti.
«Gli autori hanno anche calcolato che la dose minima di attività fisica per modificare il compenso metabolico (ad esempio per passare da DM2 non controllato a DM2 controllato, ossia da HbA1c 7-8% a HbA1c < 7%) è pari a 330-990 MET min/settimana» riferiscono Morpurgo e colleghi.
«Nonostante le limitazioni e i bias determinati dall’eterogeneità degli interventi, dalla tipologia di pazienti presi in analisi e dalla presenza di studi eseguiti solo in USA o in Europa, questa metanalisi ha dei punti di forza relativi all’ampia popolazione analizzata e al potere statistico» osservano gli specialisti. «Molto interessante è il fatto di aver dimostrato come le raccomandazioni internazionali (Diabetes Care 2024) di svolgere 150-300 minuti/settimana di attività fisica di intensità moderata, oppure 75-150 minuti di attività fisica di intensità elevata più 1-2 sessioni di training di forza alla settimana non sempre sono sufficienti» riferiscono gli esperti. «Pertanto, anche nel caso dell’attività fisica, come attualmente si consiglia ad esempio per la terapia farmacologica, è necessaria una “sartorializzazione” delle raccomandazioni, in base alle condizioni cliniche individuali» concludono Morpurgo e colleghi.
Diabetes Care 2024, 47: 295-303. doi: 10.2337/dc23-0800.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38241499/