Clinica
Obesità
23/09/2025

Obesità: nuovo algoritmo diagnostico-terapeutico

L'Associazione europea per lo studio dell'obesità propone un nuovo algoritmo per la diagnosi, la stadiazione e la gestione dell'obesità negli adulti, per allinearsi meglio al concetto di obesità come malattia cronica basata sull'adiposità

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L'obesità è una malattia multi-fattoriale, cronica e complessa, recidivante e non trasmissibile, caratterizzata da un accumulo anomalo e/o eccessivo di grasso corporeo, che presenta un rischio per la salute. La diagnosi di obesità non dovrebbe basarsi esclusivamente sulla presenza di un accumulo di grasso anomalo e/o eccessivo, ma deve tenere in considerazione i suoi effetti clinici, includendo un'analisi attenta degli effetti presenti e potenziali che l'accumulo di grasso disfunzionale e/o eccessivo può avere sulla salute (componente clinica), in linea con quanto suggerito anche dalle linee guida (LG). Questo implica la presenza di diversi stadi di gravità, passando da uno stato relativamente asintomatico a una fase in cui l'accumulo di grasso anomalo e/o eccessivo è accompagnato da problemi di salute, fino a una condizione pericolosa per la vita o invalidante.

L'Associazione europea per lo studio dell'obesità (EASO) propone un nuovo algoritmo per la diagnosi, la stadiazione e la gestione dell'obesità negli adulti, per allinearsi meglio al concetto di obesità come malattia cronica basata sull'adiposità. L’algoritmo è basato su una concordanza di evidenze ed opinioni di esperti secondo il processo Delphi.

Principali novità su diagnostica e stadiazione

• Il BMI non è sufficiente come criterio diagnostico di obesità, ma l’effetto sulla salute è determinato dalla distribuzione del grasso corporeo. La principale novità dello schema proposto è che la valutazione del grasso viscerale permette di includere tra gli obesi anche individui con BMI più basso (≥ 25-30 kg/m2) ma che hanno eccesivo accumulo di adipe a livello addominale e la presenza di qualsiasi complicanza medica, funzionale o psicologica correlata all’obesità, riducendo quindi il rischio di sotto-trattamento.

• Rapporto vita/altezza: viene introdotto un nuovo parametro, il rapporto vita-altezza, invece della sola circonferenza vita, per la sua superiorità come marcatore del rischio di malattia cardio-metabolica.

• Obesità sarcopenica: viene consigliato di eseguire, soprattutto nei soggetti più anziani, la ricerca dei quadri di obesità sarcopenica, attraverso la stima della forza muscolare, delle prestazioni muscolari e della composizione corporea.

• Screening oncologico: vista la stretta correlazione tra cancro e obesità, indipendentemente dai fattori di rischio familiari, a partire da BMI > 30 kg/m2 viene consigliato regolare screening per i tumori correlati all'obesità.

Ulteriori parametri per la stadiazione

Resta indicata la ricerca delle complicanze, come da linee guida vigenti. Oltre alla valutazione dei dati antropometrici, è, quindi, importante la ricerca delle complicanze mediche, funzionali e psicologiche. Questa metodologia di lavoro permette di esprimere la gravità di una malattia in modo semplificato, condensato e standardizzato. Ciò ha implicazioni prognostiche e può guidare nella scelta dell’intervento terapeutico più appropriato.

Trattamento

Le raccomandazioni fornite per il trattamento aderiscono sostanzialmente alle LG attualmente disponibili. Si è concordato che le modifiche comportamentali, tra cui la terapia nutrizionale, l’attività fisica, la riduzione dello stress e il miglioramento del sonno, sono i principali capisaldi nella gestione di questa patologia, con la possibile aggiunta di terapia psicologica, di terapia farmacologica per l'obesità e di procedure metaboliche o bariatriche.

L'uso di farmaci per l'obesità viene preso in considerazione già con BMI ≥ 25 kg/m2 se associato a rapporto vita-altezza > 0.5 e alla presenza di compromissioni o complicanze mediche, funzionali o psicologiche.

La gestione dell'obesità dovrebbe, inoltre, andare oltre la sola perdita di peso e dovrebbe includere la prevenzione, la risoluzione o il miglioramento delle complicanze ad essa correlate, una migliore qualità della vita e del benessere mentale e il miglioramento della performance fisica e sociale.

Si sottolinea come approcciarsi al paziente affetto da obesità tramite una stadiazione permetta la scelta del livello iniziale di intervento; l'eventuale intensificazione della terapia e la prevenzione dell'inerzia terapeutica.

Viene suggerito, inoltre, come durante il colloquio con il paziente all'inizio del trattamento debba essere esplicitata la definizione di obiettivi terapeutici personalizzati a lungo termine, considerando lo stadio e la gravità della malattia, le opzioni terapeutiche disponibili e i possibili effetti collaterali e rischi concomitanti, le preferenze del paziente, i singoli fattori scatenanti dell'obesità e le possibili barriere al trattamento. È opportuno durante il colloquio iniziare anche a soffermarsi sulla necessità di un piano di trattamento completo a lungo termine e/o per tutta la vita, piuttosto che sulla sola riduzione del peso corporeo a breve termine.

Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38969880/ 

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