Uno studio pubblicato su BMC Cardiovascular Disorders ha esaminato l'impatto dell’assunzione insufficiente di acidi grassi omega-3 (ω-3) sullo sviluppo della malattia coronarica ischemica (IHD) a livello globale.
Attualmente, oltre 200 milioni di persone convivono con la IHD, una delle principali cause di morte nel mondo. Sebbene i trattamenti attuali includano farmaci, interventi chirurgici e procedure come l’angioplastica, l’efficacia di queste strategie è limitata.
Gli acidi grassi ω-3 hanno proprietà antinfiammatorie, antitrombotiche e ipolipemizzanti, che possono ridurre il rischio di IHD. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato le variazioni geografiche e temporali dell’impatto di un basso consumo di ω-3 sulla IHD. Utilizzando il database Global Burden of Disease (GBD) 2021, i ricercatori hanno analizzato questo rapporto su scala mondiale.
La ricerca ha evidenziato come nel 2021, la carenza di omega-3 è stata associata a 637.000 morti e 15,5 milioni di anni di vita persi per disabilità; le zone più colpite sono India, Cina, USA e Pakistan, mentre Giappone e Singapore hanno il rischio più basso. Gli uomini hanno una maggiore incidenza di IHD legata a un basso consumo di ω-3 rispetto alle donne. Tuttavia, tra 75 e 79 anni, questa tendenza si inverte.
Negli ultimi decenni, il rischio di IHD legato a una dieta povera di ω-3 è aumentato in 26-31 paesi, con il picco massimo in Namibia e il calo più marcato in Malesia. La riduzione è più evidente nei paesi con migliori condizioni socioeconomiche.
Ulteriori ricerche sono necessarie per monitorare l’impatto delle abitudini alimentari sulla salute cardiovascolare.
Lo studio, però, conferma l'associazione tra dieta povera di ω-3 e IHD, sottolineando la necessità di strategie di salute pubblica per incentivare il consumo di ω-3, specialmente nelle regioni a rischio.