Di recente, segnala Roberto Negro, Endocrinologia, Ospedale Fazzi, Lecce, è stato pubblicato uno studio il cui obiettivo era «valutare l’incidenza di ipotiroidismo conclamato dopo la gravidanza in donne nelle quali era stata identificata una condizione di ipotiroidismo subclinico o di ipotiroxinemia isolata entro la 20° settimana di gestazione» (Varner MW, et al. Thyroid 2024). Si tratta, spiega l’esperto, di «un’analisi secondaria di 2 studi clinici randomizzati» (Casey BM, et al. N Engl J Med 2017). Questi i criteri di inclusione: «donne gravide con ipotiroidismo subclinico (TSH > 4.0 mIU/L e FT4 normale) o ipotiroxinemia isolata (TSH < 4.0 mIU/L e FT4 < 0.86 ng/dL), in cui erano disponibili i dati del dosaggio degli anticorpi anti-tireoperossidasi (AbTPO) su campioni ematici ottenuti nella prima metà della gravidanza». I partecipanti erano «307 donne con ipotiroidismo subclinico e 229 donne con ipotiroxinemia isolata rilevati nella prima metà della gravidanza». Le valutazioni effettuate: «controllo a 1 e 5 anni dopo il parto, per determinare quale fosse il numero di pazienti con ipotiroidismo conclamato, definito in base agli esami di laboratorio (TSH ≥ 4.0 mU/L con FT4 < 0.86 ng/dL) o perché risultavano in terapia sostitutiva con L-tiroxina», riferisce l’endocrinologo.
«Nelle due popolazioni in esame il tasso di ipotiroidismo risultava nettamente maggiore nella popolazione con ipotiroidismo subclinico vs ipotiroxinemia isolata, sia a 1 anno (13.4% vs 3.1%, p < 0.001) che a 5 anni» (15.6% vs 2.6%, p < 0.001), riporta Negro. «Inoltre, la determinazione della concentrazione di AbTPO ha consentito di stabilire che nel sottogruppo con ipotiroidismo subclinico e AbTPO positivi (> 50 IU/mL) il tasso di diagnosi di ipotiroidismo a 1 e 5 anni dopo il parto aumentava rispetto a quello osservato nelle pazienti AbTPO negative» (26.7% vs 6.5% a un anno e 30.5% vs 7.5% a 5 anni)», prosegue lo specialista. «Nelle partecipanti con ipotiroxinemia isolata non si osservavano differenze dell’evoluzione dell’ipotiroidismo in base allo stato anticorpale a 1 anno, mentre a 5 anni 2/10 pazienti AbTPO positive risultavano ipotiroidee, rispetto a 4/218 AbTPO negative», riferisce Negro.
«In conclusione, lo studio ha confermato che il riscontro nella prima metà della gravidanza di TSH > 4.0 mIU/L e AbTPO positivi determina in una rilevante quota di pazienti una condizione di ipotiroidismo sia a 1 che a 5 anni dal parto», continua l'esperto. «Al contrario, l’ipotiroxinemia isolata associata a negatività degli AbTPO comporta un rischio molto basso di sviluppare ipotiroidismo».
«I dati appaiono di rilevanza perché, in presenza di AbTPO positivi e ipotiroidismo subclinico, quantificano il tasso di ipotiroidismo successivo alla gravidanza», commenta Negro. «Il rilievo che il 25% circa delle donne in gravidanza con ipotiroidismo subclinico e AbTPO positivi vada incontro a ipotiroidismo già a distanza di un anno dal parto fornisce un ulteriore elemento nella discussione riguardante lo screening per tireopatia a inizio gravidanza», continua lo specialista. «L’accertamento a inizio gravidanza della concentrazione di TSH e AbTPO da un lato potrebbe potenzialmente portare vantaggi, in termini di riduzione di complicanze a breve e lungo termine, dall’altro potrebbe essere gravato da un overtreatment, esso stesso non privo di effetti avversi», osserva l’esperto. «Nel bilancio fra costi e benefici, la notizia che una diagnosi di tireopatia effettuata in corso di screening nel primo trimestre di gravidanza ridurrebbe il numero di pazienti con ipotiroidismo non diagnosticato rappresenta sicuramente un elemento a favore dell’implementazione dello screening stesso», conclude Negro.
Thyroid 2024;34:1171-76. doi: 10.1089/thy.2023.0616.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39028022/