Farmaci
Semaglutide
10/12/2024

Semaglutide orale e iniettiva: nuove evidenze e prospettive cliniche

Tuttavia l’effetto del passaggio da semaglutide sottocutanea a semaglutide orale non può essere facilmente previsto, perché semaglutide orale mostra una maggiore variabilità farmaco-cinetica

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In riferimento a semaglutide orale, è di questi giorni l’annuncio dei primi risultati dello studio SOUL (Novo Nordisk. 21 ottobre 2024) (Semaglutide cardiOvascular oUtcomes triaL). «Si tratta di uno studio multicentrico internazionale, in doppio-cieco, randomizzato, che comparava semaglutide orale con placebo, in aggiunta al trattamento standard, per la prevenzione degli eventi cardio-vascolari (CV) maggiori (MACE)», riportano i componenti della Commissione Farmaci AME (Associazione Medici Endocrinologi), coordinata da Vincenzo De Geronimo. «Lo studio, iniziato nel 2019, ha arruolato 9650 pazienti con diabete di tipo 2 e con complicanze CV e/o malattia renale», continuano gli specialisti. «Da notare che nel corso dello studio il 49% dei pazienti è stato trattato anche con inibitori di SGLT-2».

«Lo studio ha dimostrato una riduzione significativa (- 14%) degli eventi MACE nei soggetti trattati con semaglutide orale nei confronti del placebo», commentano De Geronimo e colleghi.
Inoltre, la nuova scheda tecnica, non ancora disponibile nel sito AIFA, ma scaricabile dal sito della Novo Nordisk (RCP Rybelsus), contiene alcuni importanti aggiornamenti, riferiscono gli specialisti: 1) enumera 5 posologie disponibili di semaglutide orale: 3 mg, 7 mg, 14 mg, 25 mg, 50 mg»; 2) descrive come posologie giornaliere di mantenimento 7 mg, 14 mg, 25 mg, 50 mg»; 3) nella sezione 4.2 (Posologia e modo di somministrazione) formula indicazioni per il passaggio da semaglutide iniettiva (Ozempic) a semaglutide orale»: “… L’effetto del passaggio da semaglutide sottocutanea a semaglutide orale non può essere facilmente previsto, perché semaglutide orale mostra una maggiore variabilità farmaco-cinetica nell’assorbimento rispetto a semaglutide sottocutanea. I pazienti trattati con semaglutide sottocutanea 0.5 mg una volta alla settimana possono passare a semaglutide orale 7 mg o 14 mg una volta al giorno. I pazienti trattati con semaglutide sottocutanea 1 mg una volta alla settimana possono passare a semaglutide orale 14 mg o 25 mg una volta al giorno. I pazienti trattati con semaglutide sottocutanea 2 mg una volta alla settimana possono passare a semaglutide orale 25 mg o 50 mg una volta al giorno. I pazienti possono iniziare la terapia con semaglutide orale (Rybelsus) una settimana dopo l’ultima dose di semaglutide sottocutanea …”. «Nel precedente RCP, ancora disponibile sul motore di ricerca farmaci di AIFA (https://medicinali.aifa.gov.it/it/#/it/dettaglio/0000059457)» riferiscono De Geronimo e colleghi «il passaggio da una formulazione all’altra è, invece, indicato nella sezione 5.2 (Proprietà farmacocinetiche)»: “… L’effetto del trasferimento tra semaglutide orale e sottocutanea non può essere facilmente predetto a causa dell’alta variabilità farmaco-cinetica di semaglutide orale. L’esposizione dopo semaglutide orale 14 mg una volta al giorno è confrontabile con semaglutide 0.5 mg sottocutanea una volta a settimana. Una dose orale equivalente a 1.0 mg di semaglutide sottocutanea non è stata stabilita…».
«Le posologie da 25 mg e da 50 mg non sono ancora state autorizzate e pertanto, sebbene indicate nella scheda tecnica, non sono fruibili nel nostro paese», specificano gli esperti. «Queste novità, oltre a contribuire a una migliore conoscenza e consapevolezza nell’impiego di questa importante risorsa farmacologica, consentono al prescrittore di compilare, anche per semaglutide orale, le schede di prescrizione relative alla nota 100, spuntando la check-box relativa al “rischio CV elevato”», osservano De Geronimo e colleghi. «Rendono inoltre razionale il passaggio da una posologia di semaglutide iniettiva “carente” a una dose corrispondente di semaglutide orale, senza dover riprendere la titolazione del farmaco dalla posologia di 3 mg, superando, così, la discrezionalità a volte usata nel sistema di controllo della cosiddetta appropriatezza “amministrativa” nella prescrizione dei farmaci».

Passando al tema riguardante ‘semaglutide iniettiva 2.4 mg (Wegovy) e MASH (Metabolic dysfunction-associated steatohepatitis, spesso sinonimo di NASH - Non-Alcohol-related SteatoHepatitis)’, Novo Nordisk annuncia i risultati della prima parte dello studio ESSENCE (Novo Nordisk. 1° novembre 2024), di fase 3 per valutare l’effetto di semaglutide 2.4 mg nei soggetti adulti affetti da MASH con fibrosi da moderata a grave. «Lo studio è suddiviso in due parti», riferiscono De Geronimo e colleghi (Newsome PN, et al. Aliment Pharmacol Ther 2024). «Nella prima l’obiettivo era dimostrare il miglioramento del quadro istologico a 72 settimane (campionamenti effettuati su 800 pazienti). Nella seconda, lo studio mirava a dimostrare la riduzione di eventi clinici epato-correlati nei pazienti affetti da MASH e con fibrosi di grado da moderato ad avanzato in un periodo di osservazione di 240 settimane. «Lo studio ha, complessivamente, reclutato 1200 pazienti sottoposti a randomizzazione 2:1 per ricevere semaglutide 2.4 mg o placebo», riferiscono gli specialisti. «L’annuncio di questi giorni fa riferimento alla conclusione della prima parte dello studio (la pubblicazione dei dati relativi alla seconda parte dello studio è prevista per il 2029)», osservano gli esperti. «Semaglutide 2.4 mg ha dimostrato di migliorare il quadro di fibrosi epatica, in assenza di peggioramento della steato-epatite, nel 37% dei pazienti rispetto al 22.5% di quelli del braccio placebo», commentano De Geronimo e colleghi. «Ha altresì dimostrato di condurre a risoluzione del quadro di steato-epatite, in assenza di peggioramento della fibrosi epatica, nel 62.9% dei pazienti rispetto al 34.1% di quelli del braccio placebo», concludono.

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