La depressione post partum è una condizione che colpisce circa il 10-15% delle donne nei primi mesi dopo il parto, influenzando negativamente la loro salute mentale e la capacità di instaurare un legame positivo con il proprio bambino. Per affrontare questo problema con un approccio meno medicalizzato, lo studio “Music and Motherhood”, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e promosso dall’Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha approfondito gli effetti delle pratiche di canto di gruppo con risultati positivi.
Condotto nei consultori familiari di Torino, Roma e Padova, lo studio ha coinvolto 23 neomamme con sintomi di depressione post partum. L’intervento consisteva in 10 incontri settimanali di canto di gruppo, condotti da un insegnante di canto e supportati da un professionista sanitario. I risultati, pubblicati recentemente su Frontiers in Medicine, hanno dimostrato che questa pratica migliora significativamente lo stato emotivo delle neomamme, favorendo l’espressione dei sentimenti e l’interazione con il bambino. La pratica ha anche contribuito a de-medicalizzare il processo di cura, offrendo alle donne un’alternativa terapeutica non farmacologica.
Uno dei punti di forza di questo intervento è la sua accessibilità. Nei consultori coinvolti, il canto ha offerto una soluzione anche per le madri straniere che, per difficoltà linguistiche, non potevano essere inserite in percorsi di psicoterapia tradizionale. La partecipazione è stata molto alta, con una media di nove incontri frequentati su dieci. Nessuna delle partecipanti ha abbandonato il programma, un chiaro segno della sua efficacia e accettabilità.
“Il canto – sottolinea Ilaria Lega, Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva, Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità- ha aiutato le neomamme ad esprimere i propri sentimenti, a trovare strategie per migliorare il proprio stato d’animo e l'interazione con il bambino. È stato possibile, inoltre, coinvolgere anche donne straniere con padronanza linguistica non sufficiente per essere avviate alla psicoterapia in italiano. L'attenzione alle esigenze delle madri e la co-presenza di un insegnante di canto e di un operatore sanitario sono stati tra i fattori chiave del successo del progetto nella sua declinazione italiana. A testimonianza di quanto emerso dalle analisi svolte dall’Iss, non ci sono stati rifiuti né abbandoni fra le donne avviate all’intervento e l’aderenza all’intervento è stata molto elevata: il numero medio di incontri frequentati dalle mamme è stato di nove su dieci”.
Il successo di questo progetto ha spinto l’ISS a sviluppare materiali specifici per la diffusione del canto di gruppo nei consultori italiani, inclusi un manuale e un corso di formazione per insegnanti di canto e professionisti sanitari. L’obiettivo è espandere ulteriormente questo modello terapeutico a partire dal 2025.
In un contesto in cui il 60% delle strutture non dispone di risorse sufficienti per trattare la depressione post partum, questo studio rappresenta una speranza concreta per un approccio più inclusivo e umano alla cura delle neomamme, valorizzando il ruolo dei consultori familiari come pilastri della salute mentale perinatale.