Nell’ultimo anno, sono quasi 30 milioni gli italiani adulti (73%) che hanno utilizzato integratori alimentari almeno una volta e più di 8 su 10 (83%) li hanno usati nel corso della propria vita. Secondo un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati New Line, nel 2023 il fatturato del comparto ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro e le vendite in quantità hanno sfiorato le 300 mila tonnellate. L’Italia si conferma il primo mercato europeo, con una quota del 26% del fatturato totale, seguito da Germania (19%) e Francia (15%). Il canale di vendita di gran lunga prevalente rimane quello delle farmacie, con un valore di 3,5 miliardi di euro, pari al 78% del totale, seguito a grande distanza da GDO (con una incidenza dell’7,7%), parafarmacie (7,6%) e canale “on line” (6,9%).
Il mercato degli integratori alimentari è in forte crescita anche a livello mondiale. Secondo i dati presentati da Intesa Sanpaolo nel corso dell’evento, gli scambi internazionali sono quasi triplicati negli ultimi quindici anni. L’Italia ha acquisito nel tempo una crescente specializzazione nel settore. Nel 2023 le esportazioni italiane sono cresciute raggiungendo 1,9 miliardi di euro, con un saldo commerciale ampiamente positivo (894 milioni). Nei primi sei mesi del 2024, nonostante il rallentamento generalizzato del commercio mondiale, l’export di integratori alimentari dell’Italia ha mostrato un’ulteriore crescita a doppia cifra, meglio dei principali competitor europei.
Se ne è parlato oggi a Roma, nel corso dell’assemblea annuale di “Integratori & Salute”, la realtà nazionale più rappresentativa del settore degli integratori alimentari - circa 200 aziende nazionali e multinazionali su tutto il territorio italiano - e parte di Unione Italiana Food, aderente al sistema Confindustria.
“Un utilizzo più strutturato degli integratori nei prossimi anni”, commenta Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute, “può costituire un’importante risorsa per i sistemi sanitari nazionali. L’integratore alimentare ha un ruolo cruciale nell’allungare il tempo di salute delle persone. Una recente ricerca, realizzata da PwC su dati Food Supplements Europe, ha dimostrato che l'adozione su larga scala di Omega 3 potrebbe far risparmiare all'Europa circa 20 miliardi di euro di spesa sanitaria. E questo considerando un solo un nutriente. Se estendessimo il discorso anche ad altri nutrienti, il risparmio derivante dall’uso di integratori, per la sanità pubblica, sarebbe enorme".
In questo contesto, per quanto riguarda gli integratori alimentari e il ruolo che assumeranno nel contribuire al mantenimento del benessere delle persone, gli italiani - proiettandosi tra 15 anni - immaginano che ci sarà sempre più bisogno di un’integrazione alimentare per le difese immunitarie (60%), per la cura del cuore e della pressione sanguigna (42%), per il benessere psicofisico (32,4%), per la salute intestinale (27,1%), ma anche per l’aspetto fisico (23,8%).
Secondo lo studio realizzato dal Future Concept Lab, gli integratori saranno utili in futuro anche per compensare eventuali carenze di prodotti alimentari legate al cambiamento climatico (27,8%). Allo stesso tempo come opzioni valide di prevenzione in alleanza con il sistema sanitario (26,2%), per una salubre dieta alimentare quotidiana (25,8%) e infine per ottimizzare la corretta assunzione di nutrienti essenziali (20,2%).