Un recente studio, pubblicato su Behavioral sciences, ha approfondito la complessa interazione tra dipendenza alimentare (FA) e comportamenti di binge eating, evidenziando implicazioni significative per la pratica clinica. La ricerca si è proposta di valutare come la dipendenza alimentare influisca sulla gravità dei comportamenti alimentari e sugli aspetti psicologici in pazienti privi di disturbo da binge eating (BED), in quelli con BED sottosoglia e in coloro con diagnosi di BED.
I 223 partecipanti allo studio sono stati reclutati in un centro universitario specializzato nel trattamento dell’obesità e dei disturbi alimentari. Attraverso interviste diagnostiche semi-strutturate e questionari, sono stati analizzati comportamenti alimentari, regolazione emotiva, impulsività, traumi infantili e tratti della personalità.
I risultati hanno rivelato che i comportamenti alimentari disadattivi, come disinibizione e suscettibilità alla fame, erano più accentuati in presenza di dipendenza alimentare, influenzando l'intero spettro delle abbuffate. In particolare, i pazienti con FA, sia senza BED che con diagnosi, mostrano disinibizione significativamente più alta. I pazienti con BED sottosoglia e FA presentavano una maggiore suscettibilità alla fame, mentre coloro con diagnosi di BED e FA manifestavano livelli elevati di disinibizione e utilizzavano strategie di regolazione emotiva meno efficaci.
Anche i pazienti senza BED, ma con dipendenza alimentare, evidenziavano disinibizione più marcata e problemi nella gestione delle emozioni, insieme a una storia di traumi interpersonali e una minore autoregolazione. Questi risultati indicano che la dipendenza alimentare non solo intensifica i comportamenti alimentari disfunzionali, ma è anche correlata a significative difficoltà emotive.
Uno degli aspetti più allarmanti emersi dallo studio è che i pazienti che cercano aiuto clinico senza una diagnosi formale di BED presentano comunque comportamenti alimentari inadeguati e difficoltà emotive preoccupanti. In media, riportano 3,76 sintomi tipici della dipendenza alimentare, un dato superiore alla media della popolazione generale. Ciò sottolinea l'importanza di una valutazione accurata per identificare pazienti con difficoltà alimentari non rientranti nelle attuali classificazioni diagnostiche, suggerendo che potrebbero beneficiare di interventi professionali.
La ricerca evidenzia quindi l'importanza di valutare la dipendenza alimentare per ottenere informazioni preziose sui disturbi legati al binge eating, consentendo di individuare sottogruppi di pazienti con problemi più gravi. Questo potrebbe includere individui che, pur non avendo una diagnosi di disturbo alimentare formale, affrontano significative difficoltà legate all’alimentazione e all'immagine corporea.
In conclusione, lo studio mette in luce la necessità di un approccio clinico più inclusivo che superi i criteri diagnostici tradizionali. Valutare la dipendenza alimentare si rivela uno strumento utile per comprendere meglio le dimensioni della patologia alimentare, garantendo così un supporto adeguato a un numero crescente di pazienti.