Sono oltre 34mila gli studenti celiaci della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado in Italia, pari al 13% delle persone diagnosticate. Per loro la gestione del pasto in mensa può rappresentare un momento di criticità. In occasione dei vent’anni della Legge 123/2005, che ha definito la celiachia “malattia sociale” e introdotto il diritto al pasto senza glutine nelle mense pubbliche, l’Associazione Italiana Celiachia (AIC) rilancia il suo impegno con progetti di informazione e formazione dedicati al mondo scolastico.
Secondo i dati del ministero della Salute, nel 2023 le mense che hanno erogato pasti senza glutine su richiesta sono state 35.298, di cui 24.829 scolastiche (70%), distribuite in modo omogeneo sul territorio. «La mensa scolastica è parte integrante della vita sociale dei giovani – dichiara Rossella Valmarana, presidente AIC –. La Legge 123 ha fatto dell’Italia un’avanguardia in Europa, garantendo inclusione e diritto al pasto senza glutine. Dove si registrano ancora criticità, AIC interviene per tutelare i ragazzi e le famiglie».
Accanto alla cornice legislativa, l’associazione porta avanti due progetti finanziati con il 5 per mille: “In fuga dal glutine”, rivolto a insegnanti e alunni della scuola primaria con strumenti didattici e formativi per parlare di celiachia e alimentazione senza glutine; e “A scuola di celiachia”, programma nazionale per gli istituti alberghieri che forma i futuri ristoratori sulla gestione dei pasti senza glutine, integrando teoria e laboratori pratici.
L’obiettivo, sottolinea AIC, è rendere la scuola un ambiente sicuro e inclusivo, garantendo a bambini e adolescenti con celiachia non solo un pasto adeguato, ma anche la piena partecipazione alla vita sociale ed educativa.