Negli Stati Uniti, l’uso dei farmaci antivirali nei bambini ricoverati per influenza è diminuito dal 70–86% nel 2017–18 al 52–59% nel 2023–24. È quanto emerge da uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) pubblicato su Morbidity and Mortality Weekly Report.
I ricercatori hanno calcolato la percentuale di coloro che hanno ricevuto tale trattamento. Sono state inoltre esaminate le tendenze del trattamento antivirale nei bambini e adolescenti ricoverati per influenza dalle stagioni influenzali 2017–18 alla 2023–24.
Questo studio, basato su sette stagioni influenzali e due grandi reti di sorveglianza pediatriche negli Stati Uniti, evidenzia un dato tanto chiaro quanto allarmante: dopo la pandemia da COVID-19, l’uso degli antivirali nei bambini e adolescenti con influenza si è ridotto drasticamente, senza successiva ripresa.
Ogni anno, le infezioni da virus influenzale tra bambini e adolescenti provocano nel mondo milioni di visite mediche, decine di migliaia di ricoveri e centinaia di decessi. I bambini sotto i 5 anni sono considerati ad alto rischio, in particolare quelli sotto i 2 anni. Il trattamento antivirale è un importante per ridurre il rischio di complicanze legate all’influenza. Tra i pazienti con influenza confermata o sospetta, si raccomanda di iniziare il trattamento antivirale il prima possibile per i pazienti ambulatoriali ad alto rischio di complicanze influenzali e per tutti i pazienti ricoverati.
Il trattamento antivirale è associato a esiti clinici migliori per bambini e adolescenti con influenza, compresa la sopravvivenza durante il ricovero. L’inizio del trattamento antivirale poco dopo la comparsa dei sintomi influenzali fornisce un beneficio clinico maggiore rispetto a un avvio tardivo del trattamento. Tra i bambini e adolescenti che sono ricoverati o che presentano un rischio elevato di complicanze associate all’influenza, non vi è alcuna restrizione riguardo al momento di inizio del trattamento antivirale, sebbene si raccomandi di iniziarlo il prima possibile.
I risultati indicano come dal 2017–18, quando il 70%–86% dei bambini e adolescenti ricoverati con influenza ricevevano il trattamento antivirale, la proporzione di coloro che hanno ricevuto il trattamento è diminuita in modo significativo. Tra i bambini e adolescenti con influenza durante la stagione 2023–24, il 52%–59% dei ricoverati ha ricevuto trattamento antivirale e di quelli trattati in contesto ambulatoriale solo il 31% aveva avuto una prescrizione di antibiotici.
I dati mostrano inoltre che i lattanti sotto i sei mesi sono quelli che più spesso ricevono il farmaco (quasi il 50% in ambulatorio e 68–73% in ospedale), mentre i bambini di 2–4 anni e gli adolescenti appaiono meno trattati. Quasi tutti i bambini curati hanno ricevuto oseltamivir e nella maggior parte dei casi il trattamento è stato iniziato il giorno del ricovero, ma in molti casi l’avvio è avvenuto con almeno un giorno di ritardo.
Secondo gli autori, questa sottoutilizzazione rappresenta un’opportunità persa per ridurre complicanze, ricoveri in terapia intensiva e decessi prevenibili: il trattamento antivirale è infatti più efficace se avviato precocemente.
La comprensione delle ragioni della mancata somministrazione del trattamento tra i bambini e adolescenti ricoverati con influenza è limitata, ma alcune motivazioni potrebbero includere preoccupazioni riguardo agli eventi avversi. I motivi del calo non sono del tutto chiari, ma potrebbero includere ritardi diagnostici, attese dei risultati dei test e preoccupazioni sui possibili effetti collaterali.
In conclusione, il messaggio lanciato ai clinici è chiaro: in presenza di sospetto o conferma di influenza in un paziente pediatrico ricoverato, o in un paziente ambulatoriale con fattori di rischio, l’avvio tempestivo dell’antivirale rimane una misura significativa per ridurre complicanze severe.
Gli esperti invitano i pediatri a ricordare le raccomandazioni: vaccinazione annuale e, per i casi sospetti o confermati in ospedale o per i pazienti ambulatoriali ad alto rischio, avvio tempestivo degli antivirali per limitare le complicanze.