Il 70% delle diagnosi di colangiocarcinoma - in tutto, circa 5mila l'anno in Italia - arrivano quando la malattia è in fase avanzata e più basse sono le probabilità di guarigione. È uno dei dati rimarcati dall'Associazione pazienti italiani colangiocarcinoma (Apic) in vista della Giornata mondiale dedicata alla patologia, che si celebra il prossimo 20 febbraio.
"Il colangiocarcinoma è un tumore raro, rappresenta il 3% dei tumori del tratto gastroenterico e ha origine dai dotti biliari, i canali che trasportano la bile dal fegato all'intestino", spiega Lorenza Rimassa, professore associato di oncologia medica all'Humanitas University e Irccs Humanitas Research Hospital di Rozzano di Milano.
"La chirurgia rappresenta ancora l'unica possibilità di sopravvivenza prolungata e anche di guarigione dei pazienti che possono essere operati", aggiunge Felice Giuliante, direttore dell'unità operativa complessa di chirurgia epato-biliare alla Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli, Irccs, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. "Il problema è che spesso la diagnosi è tardiva. Per questo motivo soltanto il 25% dei pazienti può essere candidato alla chirurgia".
È fondamentale, dunque, anticipare la diagnosi. Anche per questa ragione, in vista della Giornata mondiale l'Associazione pazienti italiani colangiocarcinoma ha lanciato una serie di iniziative per aumentare la conoscenza della malattia attraverso incontri indirizzati ai medici di famiglia, il primo previsto a Firenze il 22 febbraio. "È importante migliorare il livello di conoscenza di questa neoplasia rara, ma molto aggressiva", afferma il presidente Apic Paolo Leonardi. "Talvolta, basta una semplice alterazione di un esame di laboratorio a indurre un sospetto da approfondire. È fondamentale abbreviare i tempi, per salvare più vite", conclude.