Un nuovo studio suggerisce che i dispositivi indossabili (wearable device), con l'ausilio dell'intelligenza artificiale, potrebbero non solo aiutare nella diagnosi ma anche prevedere con settimane di anticipo le riacutizzazioni delle malattie infiammatorie intestinali (IBD).
I metodi di monitoraggio attuali si basano sull'interazione diretta tra i pazienti e i medici, un approccio che può risultare scomodo e invasivo. Il dottor Robert Hirten, della Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York, ha dichiarato che i "dispositivi comunemente utilizzati, come gli smartwatch o i Rings, possono essere strumenti efficaci nel monitoraggio di malattie infiammatorie croniche come l'IBD”.
Nello studio, Hirten e i suoi colleghi hanno coinvolto 309 volontari affetti da colite ulcerosa e malattia di Crohn. I partecipanti hanno indossato i dispositivi, risposto a sondaggi giornalieri sui sintomi e fornito campioni di sangue e feci per valutare l'infiammazione.
I modelli circadiani di frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca, ossigenazione e attività quotidiana, misurati dai wearable, hanno mostrato alterazioni significative in presenza di infiammazione intestinale o sintomi, come riportato dalla squadra di ricerca sulla rivista Gastroenterology. Inoltre, questi marker fisiologici sono stati in grado di rilevare l'infiammazione intestinale anche in assenza di sintomi, fino a sette settimane prima dello sviluppo di riacutizzazioni sintomatiche. I ricercatori hanno però riconosciuto alcune limitazioni nello studio, inclusa l'incapacità di analizzare l'impatto dei trattamenti farmacologici seguiti dai pazienti e altri fattori correlati, indicando la necessità di ulteriori ricerche per confermare i risultati.
Hirten, ha inoltre evidenziato il potenziale di queste tecnologie estese anche ad altre malattie infiammatorie: "Questi risultati aprono la strada all'utilizzo della tecnologia wearable anche in altri ambiti sanitari, per la gestione delle patologie in modi innovativi che non avevamo precedentemente considerato”.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0016508525000137
Cristoforo Zervos