In uno studio pubblicato su “The Lancet Regional Health – Europe”, condotto da un vasto gruppo di ricercatori coordinati da Esther M. González-Gil dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Lione, Francia), si riportano associazioni positive significative tra il consumo di cibi ultra-processati (UPF) e la mortalità per tutte le cause e specifiche cause di morte. Questo studio multicentrico ha analizzato i dati dell'European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, utilizzando la classificazione Nova per valutare il grado di lavorazione degli alimenti. Gli endpoint considerati includevano mortalità per tutte le cause e mortalità specifica per cancro, malattie circolatorie, malattie digestive, malattia di Parkinson e malattia di Alzheimer. I rapporti di rischio (HR) e gli intervalli di confidenza (CI) al 95% sono stati stimati usando modelli di regressione proporzionale multivariabile di Cox. Sono state inoltre effettuate analisi di sostituzione.
Complessivamente, sono stati inclusi nell'analisi 428.728 partecipanti (71,7% femmine), con 40.016 decessi documentati dopo 15,9 anni di follow-up. I cibi ultra-processati (in percentuale grammi al giorno) sono risultati positivamente associati con la mortalità per tutte le cause, nonché con la mortalità per malattie circolatorie, malattia cerebrovascolare, cardiopatia ischemica, malattie digestive e malattia di Parkinson. Non sono state trovate associazioni tra UPF e mortalità per cancro o malattia di Alzheimer. La sostituzione di cibi processati e ultra-processati con alimenti non processati/minimamente processati è stata associata a un minor rischio di mortalità.
Questo ampio studio ha inoltre mostrato che la sostituzione del 10% di grammi al giorno di cibi processati e ultra-processati con un'uguale quantità di alimenti non processati/minimamente processati è associata a una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause e specifiche cause di morte. Promuovere il consumo di alimenti non processati/minimamente processati e scoraggiare i cibi altamente processati nelle raccomandazioni dietetiche potrebbe giovare alla salute pubblica. In conclusione, questo studio fornisce nuove evidenze sull'impatto potenziale dell'assunzione alimentare in base al grado di lavorazione industriale sul rischio di mortalità. In particolare, il consumo di UPF può aumentare il rischio di mortalità per malattie circolatorie, malattie cerebrovascolari, cardiopatia ischemica, malattie digestive e malattia di Parkinson. Promuovere il consumo di alimenti non processati/minimamente processati e scoraggiare i cibi altamente processati nelle raccomandazioni dietetiche potrebbe giovare alla salute.
A.Z.
Lancet Reg Health Eur. 2025 Jan 8. doi: 10.1016/j.lanepe.2024.101208.
https://www.thelancet.com/journals/lanepe/article/PIIS2666-7762(24)00377-6/fulltext