Una conferma del ruolo centrale che i FANS possono giocare nel trattamento precoce delle infezioni respiratorie acute viene dalla review “NSAIDs for early management of acute respiratory infections”, già apparso su PubMed lo scorso 24 maggio e di recente pubblicazione su Current Opinion in Infectious Diseases, realizzata da un gruppo di prestigiosi ricercatori italiani comprendente Matteo Bassetti, Massimo Andreoni, Pierachille Santus e Francesco Scaglione. Gli autori hanno riesaminato i meccanismi fisiopatologici responsabili delle manifestazioni cliniche di queste infezioni e il razionale per l'utilizzo degli antinfiammatori non steroidei, offrendo un aggiornamento delle attuali conoscenze su un argomento che da molto tempo non era stato oggetto di revisioni della letteratura. Si tratta di una conferma importante per una patologia caratterizzata da una significativa morbilità e mortalità e che riconosce nella maggioranza dei casi un’eziologia virale. Si è confermata l’importanza della diagnosi eziologica delle infezioni, ma anche quella che la terapia per il controllo dell'infiammazione può avere nel limitare l'infezione virale e le sue complicazioni. Di fatto, ribadiscono gli autori italiani, le manifestazioni cliniche delle infezioni acute delle vie respiratorie sono riconducibili non tanto al danno specifico indotto dall'agente eziologico, quanto piuttosto all’attivazione eccessiva e prolungata dei meccanismi di difesa con cui l'organismo risponde all’infezione. Un ruolo importante nella risposta all’infezione virale è giocato dalle ciclossigenasi: le prostaglandine prodotte dalla COX2 regolano i livelli di espressione di molte proteine sieriche svolgendo un ruolo essenziale nell’infiammazione sistemica e nella polmonite alveolare e interstiziale di origine virale.
Legandosi alle isoforme della ciclossigenasi i FANS frenano la produzione delle citochine pro-infiammatorie e intervengono su alcuni segnali intracellulari delle cellule coinvolte nell'infiammazione. In questo modo risultano potenzialmente in grado di prevenire i danni provocati dalla tempesta citochinica e dallo stato infiammatorio associato alle infezioni virali. L’inibizione della ciclossigenasi ha dei benefici clinici importanti: oltre a ridurre i sintomi dell'infiammazione i FANS hanno dimostrato, se utilizzati tempestivamente nelle fasi precoci di infezione, di avere il potenziale di inibire la progressione della malattia verso quadri più severi.
L’impiego dei FANS nel trattamento delle infezioni virali respiratorie è stato valutato con attenzione nel corso della pandemia.
La review analizza anche gli aspetti legati al profilo di tollerabilità dei FANS, ricordando come gli effetti collaterali siano soprattutto a livello gastrointestinale, renale e cardiovascolare. I disturbi gastrointestinali, quali dispepsia, pirosi, nausea, in genere limitati al tratto superiore dell’apparato gastrointestinale, rappresentano gli eventi avversi più comuni che si è cercato di contrastare ricorrendo a diverse strategie. Una delle più efficaci è rappresentata dalla salificazione, come nel caso del ketoprofene con la lisina il cui effetto gastroprotettivo dipende dalla capacità di contrastare lo stress ossidativo e di regolare le proteine gastroprotettive. Il rischio di effetti negativi a livello renale non coinvolge più dell’1-5% dei pazienti in terapia con FANS ed è legato alla dose e alla durata del trattamento, risultando comunque in genere reversibile. L’attenzione per gli effetti collaterali cardiovascolari degli antinfiammatori si è accesa dopo l'entrata in commercio dei Coxib: un'ipotesi formulata è che l’azione selettiva sulla cox 2 aumenti il rischio trombotico a causa dell’assenza di inibizione la cox 1, con conseguente aumento della produzione di trombossani.
I fans non selettivi, invece, dotati di un’azione bilanciata su cox1 e su cox 2, come ketoprofene sale di lisina, associano alla buona attività antinfiammatoria un miglior profilo di tollerabilità cardiovascolare. Mentre gli effetti collaterali gastrointestinali e renali, essendo durata e dose dipendenti, difficilmente possono rappresentare un problema in occasione del trattamento di un’infezione respiratoria acuta, bisogna prestare attenzione al profilo di tollerabilità cardiovascolare. Gli autori sottolineano perciò come sia importante scegliere la molecola più appropriata sulla base delle caratteristiche dei pazienti, tenendo presente in particolare proprio il profilo di rischio cardiovascolare. In questi casi raccomandano di privilegiare i FANS, come ketoprofene sale di lisina, caratterizzati da un più favorevole profilo efficacia/sicurezza. Una conseguenza positiva dell’impiego tempestivo dell'antinfiammatorio, ricordano infine gli autori, è che può contribuire a limitare l'uso inappropriato di altre categorie di farmaci, quali gli antibiotici, che nella maggioranza dei casi potrebbero non essere indicati, dato che gran parte delle infezioni respiratorie sono di natura virale.