L'analisi di oltre 2.500 metagenomi alimentari mostra una stretta connessione tra i batteri presenti negli alimenti e il microbiota intestinale umano, con implicazioni per la salute e la sicurezza alimentare, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Cell dal team di ricerca coordinato da Niccolò Carlino, del Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrativa dell'Università di Trento.
Secondo quanto riportato da Carlino e colleghi, è stato possibile identificare oltre 10.000 genomi di microbi, comprendenti specie sia procariotiche sia eucariotiche. Di particolare interesse è la scoperta di 320 specie precedentemente non descritte, che suggerisce che una parte significativa della diversità microbica degli alimenti rimane inesplorata. Tra queste, alcune specie microbiche sembrano contribuire fino al 3% del microbiota intestinale adulto, un dato che sottolinea l'impatto potenziale dei microrganismi presenti negli alimenti sulla nostra salute.
Uno dei risultati più sorprendenti dello studio è la capacità di tracciare specifiche specie batteriche che potrebbero essere trasmesse dagli alimenti al nostro intestino. Un esempio di questo fenomeno è la specie Lacticaseibacillus paracasei, comunemente presente in prodotti lattiero-caseari e nelle bevande fermentate, che è stata identificata sia negli alimenti che nel microbiota intestinale umano. Altri microrganismi, come Streptococcus gallolyticus e Limosilactobacillus mucosae, presentano varianti genetiche distinte negli alimenti e negli esseri umani, suggerendo un'evoluzione specifica in ciascun ambiente.
L'importanza di questo lavoro non risiede solo nella scoperta di nuove specie microbiche, ma anche nella possibilità di applicare tali conoscenze in ambito alimentare e sanitario. La banca dati consultata dai ricercatori potrà essere utilizzata per migliorare la qualità e la sicurezza alimentare, nonché per sviluppare nuovi strumenti di autenticazione degli alimenti, basati sui profili metagenomici specifici dei prodotti.
"Le scoperte rappresentano un passo avanti importante verso l'uso della metagenomica per garantire la qualità e la sicurezza alimentare" conclude Carlino.
Cell 2024. Doi: 10.1016/j.cell.2024.07.039
http://doi.org/10.1016/j.cell.2024.07.039