Uno studio internazionale coordinato dal Global Neurodegeneration Proteomics Consortium (GNPC) e pubblicato su Nature Medicine ha identificato firme proteomiche plasmatiche in grado di distinguere Alzheimer, Parkinson e demenza frontotemporale (FTD) attraverso un semplice prelievo di sangue.
L’analisi ha coinvolto 10.527 campioni: 1.936 pazienti con Alzheimer, 525 con Parkinson, 163 con FTD, 1.638 con demenza non classificata e 6.265 controlli sani. Mediante tecnologia SomaScan sono state valutate 7.289 proteine plasmatiche.
Sono risultate associate alle singole patologie 5.187 proteine per l’Alzheimer, 3.748 per il Parkinson e 2.380 per la FTD. Circa 1.000 proteine risultano condivise tra tutte e tre le condizioni, indicando meccanismi comuni basati su attivazione immunitaria, metabolismo energetico glicolitico e alterazioni della matrice extracellulare. La sovrapposizione biologica è maggiore tra Parkinson e FTD, mentre risulta minima tra Alzheimer e le altre due patologie, suggerendo una specificità biologica più marcata dell’Alzheimer.
I ricercatori hanno quindi costruito modelli predittivi basati su pannelli multiproteici plasmatici, ottenendo accuratezza diagnostica (AUC) pari a 0,81 per Alzheimer, 0,83 per Parkinson e 0,88 per FTD. I modelli hanno mostrato elevata capacità di diagnosi differenziale, con prestazioni specifiche per ciascuna patologia e bassa interferenza tra quadri clinici differenti.
Sul piano patogenetico emergono caratteristiche distinte:
- nell’Alzheimer prevalgono pathway legati ad apoptosi, infiammazione microgliale e componente vascolare;
- nel Parkinson risultano coinvolti soprattutto il sistema ubiquitina-proteasoma e i meccanismi di degradazione proteica;
- nella FTD sono evidenti segnali riferibili a vie infiammatorie e disfunzione piastrinica.
Secondo gli autori, i pannelli proteomici potrebbero in prospettiva affiancare o integrare gli attuali biomarcatori liquorali e di imaging, offrendo uno strumento ematico non invasivo utile per la diagnosi precoce e differenziale delle demenze, soprattutto in contesti clinici nei quali PET e puntura lombare risultano meno accessibili o ripetibili.
Fonte
https://doi.org/10.1038/s41591-025-03833-1