Professione medica
Oncologia
24/11/2025

Oncologia, Cipomo: oltre metà degli ospedali senza reale integrazione territoriale

L’integrazione tra ospedale e territorio resta una delle principali criticità del sistema sanitario italiano, con forti disomogeneità regionali

ospedale esterno

Le Case della Comunità operative sono poco più di 300 su oltre 1.200 previste, gli Ospedali di Comunità attivi meno di un terzo di quelli programmati e solo il 60% delle Centrali Operative Territoriali risulta funzionante. In molte Regioni, soprattutto al Sud e nelle aree interne, l’attuazione del DM 77 è in ritardo di 12-18 mesi. I dati del monitoraggio del DM 77/2022 presentati al CIPOMO Day 2025 mostrano ritardi significativi nell’attuazione dei servizi territoriali previsti.

Durante il CIPOMO Day 2025 – evento annuale del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri – sono state illustrate quattro linee di intervento per accelerare l’integrazione:
• visione organica del percorso oncologico dalla diagnosi al long-term care;
• diffusione dei modelli organizzativi già validati;
• politiche regionali che riducano la variabilità territoriale;
• digitalizzazione, telemedicina e presa in carico domiciliare come pilastri della nuova assistenza.

“Queste criticità – spiega Silvana Leo, direttore U.O.C. Oncologia Medica, Ospedale Vito Fazzi di Lecce, consigliere CIPOMO – emergono in un contesto in cui l’aspettativa di vita è in aumento, la popolazione anziana e con comorbidità cresce, e le neoplasie assumono sempre più spesso un profilo di patologia cronica. Da ciò deriva la necessità di riorganizzare i percorsi di cura: non più solo ‘ospedale come unico luogo di cura’, ma un sistema capace di offrire assistenza integrata, multiprofessionale e articolata tra ospedale e territorio. Oggi follow-up, terapia di supporto e gestione delle tossicità potrebbero essere svolti nei nuovi setting territoriali, come previsto dalle Linee di indirizzo AGENAS, liberando risorse ospedaliere e migliorando la qualità di vita dei pazienti”.

“L’ospedale non deve essere più considerato l’unica sede di offerta di salute – prosegue Giuseppina Sarobba, direttore U.O.C. Oncologia Medica ASL 3, Ospedale San Francesco di Nuoro, tesoriere CIPOMO – soprattutto per il paziente oncologico, diventato sempre più cronico, ma piuttosto per garantire al paziente un vero percorso sempre più integrato e multiprofessionale. Si auspica inoltre che le nuove reti possano giungere a criteri di eleggibilità per una uniformità della categorizzazione ospedale-territorio”.

Secondo gli oncologi, la crescente incidenza di tumori e patologie legate all’età richiede percorsi più articolati e personalizzati. “Si produce così l’esigenza di ‘team adeguati’ tra medici di medicina generale, presidi territoriali, ospedali, famiglie e strutture erogatrici per affrontare la complessità crescente – precisa Cinzia Ortega, Direttore S.C. Oncologia, ASLCN2 Alba e Bra, Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno (CN) – La somministrazione di farmaci orali e sottocutanei diventa una leva per spostare parte della cura als territorio, in collegamento costante con la struttura ospedaliera e tramite modalità quali la telemedicina”.

Il percorso oncologico è sempre meno centrato sull’ospedale. “Il percorso del paziente è oggi sempre meno centrato sui setting ospedalieri tradizionali – aggiunge Monica Giordano, direttore Struttura Complessa di Oncologia all’Ospedale Sant'Anna di Como – e sempre più orientato alla gestione ambulatoriale, territoriale e domiciliare, anche grazie alle nuove terapie orali e sottocutanee e ai progressi della telemedicina. La crescente sopravvivenza ‘con tumore’ genera bisogni nuovi a cui il sistema deve saper rispondere in modo differenziato, valorizzando il ruolo dei medici di medicina generale e delle equipe multiprofessionali”.

Tra gli strumenti abilitanti, digitalizzazione e interoperabilità sono identificate come elementi ancora insufficientemente sviluppati. “La telemedicina è oggi una risorsa sottoutilizzata, ma può ridurre disagi, costi sociali ed economici e migliorare il coordinamento tra tutti gli attori della cura – conclude il presidente CIPOMO, Paolo Tralongo – In un momento segnato dalla cronicizzazione delle malattie oncologiche e dall’urgenza di rendere sostenibile il sistema sanitario, la piena integrazione ospedale-territorio non è più un’opzione ma una condizione imprescindibile”.

Fonte: Monitoraggio Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) sull’attuazione del DM 77/2022 https://www.agenas.gov.it/aree-tematiche/comunicazione/primo-piano/2569-report-nazionale-di-sintesi-dei-risultati-del-monitoraggio-dm-77-2022-–-ii-semestre-2024 

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