Medicina e ricerca
Neurologia
04/08/2025

Neurologia, Padovani (Sin): nuove terapie e intelligenza artificiale cambiano il volto della clinica

Dalle nuove frontiere terapeutiche per Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla ed emicrania, al ruolo del farmacista nella prevenzione, fino alla nascita di Neurologia33. L'intervista ad Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia 

Alessandro_Padovani

La ricerca nel campo delle malattie neurologiche negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, portando a scoperte innovative e a una comprensione più approfondita di molte condizioni complesse. Molte di queste malattie sono al centro di numerosi studi, anche in ragione dell’aumento dell’incidenza legata all’invecchiamento della popolazione mondiale.

L’attuale panorama delle malattie neurologiche è caratterizzato da un fermento di scoperte scientifiche che promettono di migliorare significativamente la gestione clinica e la qualità della vita dei pazienti, aprendo nuove strade per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento personalizzato. Anche per malattie come l’Alzheimer che, secondo dati recenti, attualmente rappresenta circa il 60-70% di tutte le demenze, con oltre 55 milioni di persone affette nel mondo e una proiezione che prevede un raddoppio dei casi entro il 2050.

Soltanto in Italia le stime dell’Istituto superiore di sanità, riferite al 2024, ci parlano di quasi 1,1 milioni di persone che vivono con demenza: circa 600.000 sono affette da malattia di Alzheimer. Un numero che nel nostro Paese si presume raggiungerà i 2,3 milioni nel 2050.

Per avere un quadro più chiaro di come la neurologia sta progredendo, Punto Effe ha incontrato Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), direttore della clinica di Neurologia e prorettore alla Ricerca dell’Università degli Studi di Brescia.

Quali sono le nuove frontiere della neurologia?

La neurologia, come altre discipline mediche, vive un momento di grandi accelerazioni nel campo della diagnostica e nel campo delle terapie, soprattutto terapie biologiche, geniche e mediante i device. Mi riferisco a tutte le malattie neurologiche sebbene siano delle malattie rare e alle malattie neuroimmunologiche, nonché a quelle neurodegenerative e cerebrovascolari, che rappresentano un target di grande interesse.

A che punto è la ricerca in ambito neurologico?

Non c’è dubbio che il mondo della ricerca è da sempre interessato al cervello e alle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Lo sviluppo tecnologico e l’affermarsi della Intelligenza Artificiale stanno determinando una vera a propria rivoluzione, che ci porterà a comprendere la natura di molte malattie, incluse quelle mentali. E inoltre a sviluppare soluzioni più efficaci, a tutto vantaggio delle persone che hanno una malattia.

Ci sono delle terapie che possono rivoluzionare la gestione delle patologie neurologiche, e se sì quali?

I nuovi farmaci biologici nell’ambito della sclerosi multipla e di altre condizioni neuroimmunologiche quali la miastenia gravis, che hanno davvero cambiato la gestione di queste malattie. Nella malattia di Alzheimer siamo prossimi a terapie che potranno essere di beneficio nelle fasi iniziali, rallentandone il decorso. Ma presto sentiremo parlare di nuovi farmaci per malattie come l’Huntington, l’epilessia e l’emicrania.

In Italia, si stima che circa il 5% delle persone con più di 60 anni sia affetto dalla malattia di Alzheimer. Ma le donne sono più colpite degli uomini, come mai?

Innanzitutto, vi è una diversa aspettativa di vita, le donne vivono di più e sono più esposte a malattie correlate all’età. Ci sono poi anche fattori biologici correlati alle variazioni ormonali, ma oltre questi esistono fattori culturali legati alla scolarità e alle attività lavorative e fattori legati agli stili di vita, soprattutto l’attività fisica.

Tra le malattie neurologiche in più rapida crescita spicca, anche nella popolazione giovane, la malattia di Parkinson. Come mai, cosa è cambiato?

I dati sono controversi, sebbene non si possano escludere effetti legati all’ambiente, ovvero all’esposizione all’inquinamento atmosferico, alla contaminazione delle colture, all’utilizzo di cibi eccessivamente raffinati e allo scarso esercizio fisico.

Nel campo dell’emicrania e della cefalea cronica sono stati fatti enormi progressi negli ultimi anni, quali sono le novità più rilevanti?

Le novità riguardano la scoperta che il blocco di un peptide chiamato CGRP riduce il dolore e gli attacchi, così negli ultimi anni la gestione è cambiata grazie allo sviluppo di farmaci biologici infettivi, mentre più recentemente sono stati autorizzati farmaci definiti “gelanti”, da assumere per via orale sia come terapia profilattica sia come trattamento sintomatico. Una grande rivoluzione.

Sempre di più la farmacia rappresenta un presidio sanitario di fiducia per i cittadini, come può quindi il farmacista rappresentare una figura di supporto al neurologo e anche aiutare il paziente neurologico?

La farmacia è un luogo centrale e di riferimento per i cittadini, fruibile ovunque, il farmacista già oggi è una figura rilevante nell’orientamento dei cittadini e la neurologia attraverso il Progetto One Brain, One Health ha avviato una serie di proposte nell’ambito dello screening, della prevenzione e del monitoraggio della cefalea, così come del decadimento cognitivo e dei disturbi del sonno.

Sta per partire un nuovo progetto editoriale on line, la testata Neurologia 33, che nasce dalla collaborazione tra la Sin ed Edra Spa. Come è nata l’idea, quali obiettivi si pone e quali saranno gli argomenti trattati?

Conosco la società Edra da tempo e da più di un anno collaboro al progetto Brain Health. Ho avuto modo di apprezzare in varie occasioni le iniziative e la capacità di usufruire di canali di comunicazione diversi. La Società italiana di neurologia non ha mai avuto un progetto editoriale di informazione e attualità. È vero che abbiamo una rivista scientifica, Neurological Sciences, ma questa è dedicata alla pubblicazione di articoli scientifici.

Cosa si propone Neurologia33?

Neurologia 33 nasce con l’obiettivo di fare comunicazione tra i 4.000 soci della Sin e, soprattutto, di far conoscere la realtà della neurologia al mondo della sanità e alle istituzioni sanitarie. La neurologia è in una fase di grande sviluppo in quasi tutte le aree che la compongono. Non c’è dubbio che nell’ambito delle malattie rare e genetiche, nel campo delle malattie neuroimmunologiche inclusa la sclerosi multipla e la miastenia gravis, in quello delle malattie cerebrovascolari e delle malattie neurodegenerative, oggi sono disponibili trattamenti innovativi impensabili alcuni anni fa. Neurologia 33 non si dedicherà solo alle malattie neurologiche ma affronterà i maggiori temi di attualità, che impongono una riflessione sul ruolo della neurologia nell’organizzazione sanitaria. E non solo nella logica prevista dal Dm 70 ma soprattutto nella torsione che deriverà dall’applicazione del Dm 77.


Beatrice Curci

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