Clinica
Anestesiologia
31/07/2025

Monitoraggio EEG e anestesia pediatrica, una strategia per ridurre il delirio post-risveglio

L’anestesia generale nei bambini non sembra avere effetti neurotossici clinicamente rilevanti. Tuttavia, eventi correlati a un sovradosaggio anestetico, sono frequentemente osservati durante le procedure pediatriche standard

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L’uso del monitoraggio elettroencefalografico (EEG) per modulare la somministrazione dell’anestesia generale nei bambini di età compresa tra uno e cinque anni ha portato a una significativa riduzione del delirio da risveglio post-anestesia (PAED). Uno studio clinico randomizzato condotto in un ospedale pediatrico terziario in Giappone ha evidenziato che il 21% dei bambini sottoposti ad anestesia guidata dall’EEG ha sviluppato PAED, contro il 35% nel gruppo di controllo. Sebbene questa riduzione sia statisticamente significativa, Yasuko Nagasaka, della Tokyo Women's Medical University (Giappone), e colleghi, sottolineano che essa è marginale rispetto alla differenza nell'esposizione complessiva al sevoflurano, pari a 1,4 ore di MAC (concentrazione alveolare minima). Il PAED, caratterizzato da comportamenti quali perdita di contatto visivo, movimenti non finalizzati, disorientamento e irritabilità inconsolabile, può aumentare il rischio di lesioni e la rimozione accidentale di dispositivi medici.

Secondo gli autori, l’anestesia generale nei bambini non sembra avere effetti neurotossici clinicamente rilevanti. Tuttavia, eventi di isoelettricità EEG, correlati a un sovradosaggio anestetico, sono frequentemente osservati durante le procedure pediatriche standard. Nonostante la mancanza di prove sostanziali di danni, le preoccupazioni dei genitori spingono spesso verso una riduzione dell’esposizione ai farmaci anestetici. C. Dean Kurth, del Children's Hospital of Philadelphia (Stati Uniti), e colleghi, in un editoriale, sottolineano l’importanza di modulare l’anestesia nei pazienti pediatrici con comorbidità, per i quali il delirio da risveglio e l’ipotensione possono avere conseguenze più gravi. L’uso dell’EEG consente di ridurre la dose di anestetico nei bambini fragili, introducendo il concetto di dosaggio personalizzato rispetto al tradizionale approccio basato sulla popolazione.

Lo studio ha utilizzato una strategia di titolazione dell’anestesia guidata dall’EEG per minimizzare l’esposizione al sevoflurano, confrontandola con il protocollo standard. Nei bambini del gruppo di intervento, la dose iniziale di sevoflurano (2%) è stata ridotta gradualmente a intervalli dello 0,1%, mentre nel gruppo di controllo è stata somministrata una dose fissa di 2,5%. Il periodo di osservazione si è esteso fino a 24 ore dopo l’intervento o alla dimissione, senza che il valutatore fosse a conoscenza dell’assegnazione ai gruppi.

Gli autori evidenziano un beneficio inatteso: i bambini trattati con anestesia guidata dall’EEG hanno avuto una riduzione del tempo di risveglio dall’anestesia di 21,4 minuti e hanno trascorso in media 16,5 minuti in meno in terapia post-anestesia. Lo studio presenta però alcune limitazioni, tra cui il fatto di essere stato condotto in un solo centro altamente specializzato, dove l’assistenza perioperatoria potrebbe differire da quella di ospedali generali. Inoltre, l’anestesia è stata somministrata da un medico con formazione specifica in EEG, limitando la riproducibilità immediata dei risultati in altre strutture.

Fonte:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40257811/ 

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