Divieto di utilizzo dello smartphone durante le attività didattiche e, più in generale, in orario scolastico anche per gli studenti delle scuole superiori. È quanto prevede la nuova circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, inviata ai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie.
Il provvedimento fa seguito a evidenze scientifiche sugli effetti negativi dell’uso eccessivo dello smartphone sulla salute degli adolescenti e sul rendimento scolastico. “Tale intervento appare ormai improcrastinabile”, si legge nel documento ministeriale, che richiama il crescente numero di studi e l’attenzione delle istituzioni sanitarie internazionali.
Le scuole dovranno aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, introducendo sanzioni disciplinari per gli studenti che violeranno il divieto. Fanno eccezione i casi in cui l’uso dello smartphone è previsto da un Piano educativo individualizzato (PEI) o da un Piano didattico personalizzato (PDP), o quando risulti motivato da specifiche necessità personali. È inoltre ammesso l’utilizzo del dispositivo per attività strettamente funzionali alla didattica in ambiti tecnologici come l’informatica e le telecomunicazioni.
Restano autorizzati, per finalità didattiche, altri strumenti digitali come pc, tablet e lavagne elettroniche, già diffusi nelle scuole grazie a investimenti degli ultimi anni. “Il divieto non esaurisce il ruolo della scuola nel promuovere il benessere psicofisico degli studenti”, specifica la circolare, che invita a rafforzare l’educazione all’uso consapevole degli strumenti digitali e a includere nei percorsi scolastici riflessioni sull’impiego dell’intelligenza artificiale, secondo le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica (DM 183/2024).
Il parere del pediatra: “Sì allo stop, ma la tecnologia va insegnata”
La posizione del mondo medico conferma la necessità dell’intervento, pur con alcune precisazioni. Il pediatra Italo Farnetani definisce “giusto vietare l’uso dello smartphone anche alle superiori durante le lezioni”, ma sottolinea che la tecnologia non va esclusa: “L’uso dei dispositivi digitali non dovrebbe superare le due ore al giorno. Fino a un’ora e mezzo può persino avere benefici intellettivi, ma oltre le due ore l’effetto diventa negativo”.
Secondo Farnetani, è necessario trovare un equilibrio tra protezione dalla dipendenza digitale e preparazione a un futuro tecnologico: “Si deve insegnare anche a scuola ad usare le risorse digitali. Vietare senza educare equivale a pretendere che i ragazzi scrivano ancora con penna e calamaio”.
L’approccio proposto è quello di un uso guidato e finalizzato: strumenti come calcolatrici o vocabolari digitali devono essere integrati nell’attività scolastica, ma è altrettanto importante insegnare agli studenti a distaccarsene. “La scuola è un luogo di formazione: serve educare all’uso consapevole, non rifiutare in blocco gli strumenti del presente”, conclude il pediatra.