“La survey coglie appieno le profonde trasformazioni demografiche e sanitarie che stiamo vivendo con l’invecchiamento progressivo della popolazione e l’aumento dei pazienti affetti da patologie croniche multiple. Dobbiamo investire su nuovi modelli organizzativi ed è quello che stiamo facendo con gli investimenti del Pnrr per potenziare l’assistenza sul territorio e la cura al domicilio. Ancora troppo di frequente la medicina interna non trova un pieno riconoscimento nei modelli organizzativi regionali che collocano spesso le medicine interne tra i reparti a bassa intensità. Proveremo a correggere questo con un decreto ministeriale che ridefinirà che gli standard ospedalieri”. Così il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in video collegamento al 30° Congresso Nazionale della Fadoi, ha commentato l’indagine della Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, condotta su 216 unità operative in tutta Italia. Secondo la survey, circa un terzo dei pazienti potrebbe essere assistito altrove, se solo i servizi sanitari territoriali fossero più solidi ed efficaci.
Il Ministro ha ricordato che bisogna “investire su nuovi modelli organizzativi ed è quello che stiamo facendo con gli investimenti del PNRR per potenziare l’assistenza sul territorio e la cura al domicilio. Da una parte, abbiamo le Case e gli Ospedali di comunità che dovranno garantire la necessaria continuità assistenziale dei pazienti tenendo insieme medici di famiglia e specialisti, infermieri e altri professionisti della salute. A questo proposito voglio ricordare che è stato avviato oltre il 90% dei cantieri di queste strutture e che abbiamo assicurato le risorse, già ripartite tra le Regioni, per assumere il personale necessario”.
“Dall’altra – ha precisato - c’è l’investimento sull’assistenza domiciliare degli over65 che punta, anche rafforzando gli strumenti di telemedicina, a gestire in maniera più efficace la cronicità. E a oggi siamo a un passo dal raggiungere l’obiettivo del 10% di over 65 assistiti al domicilio previsto dal PNRR”.
Riguardo alla carenza d’organico Schillaci ha rimarcato che “si tratta di una criticità che coinvolge le specializzazioni che oggi appaiono poco attrattive per i giovani. Una criticità che abbiamo affrontato con l’ultima finanziaria, aumentando in modo sensibile – del 50% - la parte variabile del trattamento economico delle specializzazioni considerate meno attrattive tra cui anche la medicina interna”.
Infine, Schillaci ha ricordato che “serve un cambio culturale, un cambio di passo sulla prevenzione, che non è una spesa ma è un investimento. Oggi investiamo il 5% ma dobbiamo ricordare e far sì che le regioni investano di più, almeno l’8%”.
Al Congresso Fadoi, riferisce una nota, è intervenuto anche il Presidente dell’Aifa, Robert Nisticò che ha rilevato come “la medicina interna assume un ruolo strategico e insostituibile. Gli internisti, con la loro capacità di gestire pazienti affetti da comorbidità, di integrare le informazioni provenienti da differenti ambiti specialistici e di mantenere un approccio olistico alla cura, rappresentano un pilastro fondamentale per garantire appropriatezza, efficacia e umanizzazione delle cure”.
“Come presidente dell’Aifa – ha evidenziato Nisticò - desidero ribadire il nostro massimo impegno a supportare questa visione. La promozione della medicina di precisione è oggi una delle nostre priorità: una medicina che, lungi dall’essere una mera iper-specializzazione, intende coniugare l’approfondimento molecolare con una visione integrata del paziente”
“Un altro fronte su cui l’Aifa è fortemente impegnata – ha ricordato Nisticò - è quello della ricerca clinica. Siamo consapevoli che le medicine interne, con la loro capacità di reclutare pazienti complessi e di valutare gli effetti dei trattamenti su popolazioni reali, rivestono un ruolo cruciale nelle sperimentazioni cliniche dei farmaci. Gli internisti possono, più di altri, testare l’efficacia e la sicurezza di nuove terapie in condizioni che riflettono più fedelmente la realtà quotidiana del nostro sistema sanitario, compresi i casi di pazienti in politerapia o affetti da pluripatologie”.