Clinica
COVID
15/04/2025

Diabete 2 dopo COVID-19, nessun aumento di rischio in coorte ad alta copertura vaccinale

L'infezione da SARS-CoV-2 non ha determinato un aumento del rischio di diabete di tipo 2 di nuova insorgenza in una coorte con alta copertura vaccinale e dosi di richiamo

vaccini covid

Uno studio condotto a Singapore ha evidenziato che l'infezione da SARS-CoV-2 non ha determinato un aumento del rischio di diabete di tipo 2 di nuova insorgenza in una coorte asiatica con alta copertura vaccinale e dosi di richiamo, durante il periodo in cui le varianti più lievi del COVID-19 erano predominanti. Secondo i dati raccolti, il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 non è risultato significativamente più elevato nei soggetti con infezione da SARS-CoV-2 rispetto a quelli non infettati, né durante la predominanza della variante Delta (aHR 0,99, IC 95% 0,92-1,06) né durante quella di Omicron (aHR 1,00, IC 95% 0,97-1,03) nel periodo compreso tra settembre 2021 e dicembre 2022. Liang En Wee, medico e specialista in sanità pubblica presso il Singapore General Hospital (Singapore), e colleghi hanno pubblicato questi risultati in una lettera di ricerca sulla rivista “JAMA Network Open”. L'analisi di sottogruppo ha mostrato che le persone non vaccinate o con copertura parziale hanno avuto una tendenza a un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 durante la predominanza di Delta (aHR 1,30, IC 95% 0,98-1,73), e un rischio significativamente più alto durante Omicron (aHR 1,50, IC 95% 1,06-2,11). Tuttavia, tra i soggetti vaccinati e con dose di richiamo, il rischio non è aumentato in nessuna delle due ondate. Durante la predominanza di Delta, i soggetti con dose di richiamo hanno mostrato un rischio inferiore di sviluppare diabete (aHR 0,77, IC 95% 0,62-0,96).

Molti studi hanno indagato la possibile correlazione tra COVID-19 e diabete, alcuni ipotizzando un aumento del rischio dopo l’infezione, mentre altri hanno suggerito che la vaccinazione possa attenuare o eliminare tale rischio. Nello studio, Wee e collaboratori hanno confrontato individui con e senza infezione da SARS-CoV-2 durante le fasi di predominanza delle varianti Delta (82.212 vs. 531.855) e Omicron (972.610 vs. 1.039.276) utilizzando il registro nazionale COVID-19 di Singapore. Le informazioni sullo stato vaccinale e sulla diagnosi di diabete di tipo 2 sono state ottenute tramite il Registro Nazionale delle Vaccinazioni e il Database Nazionale del Diabete. Durante l'ondata Delta, tra l'85% e l'89% dei pazienti era completamente vaccinato, mentre meno del 5% era non vaccinato o parzialmente vaccinato. Nell'ondata Omicron, l’80%-86% dei pazienti aveva ricevuto il richiamo, mentre meno del 3% risultava non vaccinato. Oltre allo stato vaccinale, i ricercatori hanno individuato due ulteriori fattori che influenzano il rischio di diabete: la gravità dell'infezione e l'appartenenza etnica. Chi ha avuto un’infezione lieve e non ha richiesto ospedalizzazione iniziale non ha mostrato un rischio aumentato di diabete, mentre i pazienti ricoverati hanno avuto un rischio significativamente più alto durante Delta (aHR 1,32, IC 95% 1,10-1,59) e Omicron (aHR 1,29, IC 95% 1,15-1,46). Durante Omicron, i pazienti ospedalizzati per COVID-19 acuto, ma non trattati con steroidi, hanno mostrato un ulteriore aumento del rischio di diabete (aHR 1,21, IC 95% 1,06-1,38). Inoltre, i dati raccolti durante la fase Delta hanno rivelato che gli individui di origine indiana presentavano un rischio più elevato (+29%) di sviluppare diabete dopo l'infezione, mentre tale associazione non è stata riscontrata nelle popolazioni cinesi o malesi. Durante Omicron, invece, nessun gruppo etnico ha mostrato una vulnerabilità specifica. «Le differenze interetniche nella fisiopatologia della resistenza all’insulina possono influenzare il rischio diabetogeno post-infezione» hanno suggerito i ricercatori. Infine, lo studio ha riscontrato un rischio significativamente maggiore di sviluppare diabete nei pazienti ospedalizzati durante Delta («aHR 1,45, IC 95% 1,02-2,09») e Omicron («aHR 1,56, IC 95% 1,12-2,19») rispetto a quello associato ai ricoveri per influenza stagionale.

Poiché lo studio si è concentrato su una coorte singaporiana, gli autori sottolineano che i risultati potrebbero non essere generalizzabili a popolazioni con diverse etnie o livelli di vaccinazione inferiori. «Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il rischio di diabete di tipo 2 post-COVID-19 rispetto ad altre infezioni virali» hanno concluso gli autori.

JAMA Netw Open. 2025 Apr 1;8(4):e252959. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2025.2959.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40172892/

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