Un nuovo studio evidenzia la criticità degli attuali tassi di vaccinazione antinfluenzale nei bambini italiani, sottolineando la necessità di un aumento sostanziale per controllare la trasmissione del virus e mitigare il considerevole onere socioeconomico associato all'influenza stagionale.
La ricerca ha analizzato strategie basate su contesti operativi, logistica e comunicazione per incrementare l'efficacia e la portata delle campagne vaccinali pediatriche. Tra le raccomandazioni chiave emerge con forza l'implementazione su larga scala di interventi scolastici, considerati un approccio sicuro, economicamente vantaggioso e capace di superare barriere socio-economiche e culturali.
Nella stagione 2023-2024, il sistema di sorveglianza epidemiologica italiano RespiVirNet ha riportato un'incidenza dell’influenza di 46,91 casi/1.000 abitanti nei bambini di età compresa tra 0 e 4 anni, 21,83 nei bambini di età compresa tra 5 e 14 anni, 17,62 nei soggetti di età compresa tra 15 e 64 anni e 10,74 nella fascia di età ≥65 anni, rispettivamente alla settimana 51 (picco più alto). Pertanto, l’influenza rappresenta un notevole onere di malattia per i bambini, che rappresentano anche i principali diffusori dell’infezione. Oltre ai costi medici diretti, l'influenza infantile impone significativi oneri economici indiretti alla società attraverso assenze scolastiche, perdita di produttività dei genitori e aumento della pressione ospedaliera.
La vaccinazione è la strategia più efficace per la prevenzione dell'influenza e delle sue complicanze. In Italia, dal 2020-2021, il Ministero della Salute raccomanda annualmente la vaccinazione antinfluenzale per i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni. Gli obiettivi primari sono la riduzione del rischio individuale, dell'ospedalizzazione e della mortalità, nonché la diminuzione della trasmissione a soggetti vulnerabili e dell'onere socioeconomico. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025 riconosce la vaccinazione infantile contro l'influenza come "livello essenziale di assistenza".
La somministrazione del vaccino è un fattore chiave che influenza l'aderenza e l'intento vaccinale. In Italia, i vaccini vengono somministrati per via intramuscolare o tramite spray intranasale. I vaccini intramuscolari hanno un profilo di sicurezza ben consolidato, un'elevata immunogenicità ed efficacia. Tuttavia, gli svantaggi includono la necessità di una costosa catena del freddo, rischi per gli operatori sanitari, reazioni locali al sito di iniezione e fobia degli aghi, in particolare nei bambini.
Lo spray intranasale è sicuramente attraente per i bambini, aumenta ugualmente l’immunità e la compliance nei bambini. Tuttavia, essendo una formulazione più recente, solleva preoccupazioni a causa della sua formulazione viva attenuata e delle potenziali controindicazioni.
I centri vaccinali offrono un ambiente sicuro e organizzato, adeguatamente attrezzato per gestire potenziali eventi avversi (molto raramente gravi) e forniscono ai genitori un'interazione diretta con professionisti sanitari, offrendo l'opportunità di prendere decisioni più consapevoli e potenzialmente recuperare le vaccinazioni, inclusa quella antinfluenzale. Tuttavia, il calendario vaccinale per i bambini è già molto pieno e la vaccinazione antinfluenzale presso tali centri può mettere ulteriormente a dura prova le risorse già limitate in tutto il territorio nazionale. È importante quindi facilitare l'accesso ai centri vaccinali quando la vaccinazione non può essere offerta in altri contesti.
Gli ospedali pediatrici rappresentano un ambiente sottoutilizzato per le vaccinazioni in Italia, ma le evidenze internazionali ne dimostrano il potenziale attraverso sistemi strutturati e multicomponenti (cartelle cliniche elettroniche, formazione del personale, ruoli definiti, strategie di comunicazione personalizzate) che hanno aumentato i tassi di vaccinazione nei bambini ospedalizzati.
Negli ultimi dieci anni, le scuole e gli asili nido sono stati sempre più considerati contesti utili per i programmi di immunizzazione infantile. Sebbene non ancora istituiti a livello nazionale per la somministrazione dei vaccini antinfluenzali, studi pilota regionali sull'immunizzazione scolastica contro HPV e influenza forniscono evidenze promettenti. Le scuole possono svolgere un ruolo “democratico” nel superare disuguaglianze e disparità, indipendentemente dall’etnia, dallo stato socioeconomico e dal livello di istruzione dei genitori. Il progetto "VacciniAmo le Scuole" a Roma e iniziative in Lombardia (in particolare Milano) e in altre regioni hanno evidenziato come gli interventi scolastici possano migliorare l'adesione vaccinale, superare barriere socio-economiche e culturali e raggiungere anche famiglie con background migratorio. Il Progetto ESCULAPIO, finanziato dal Ministero della Salute italiano, ha realizzato una serie di interventi di comunicazione che miravano a diffondere la cultura della prevenzione attraverso l'informazione e la formazione sulle malattie prevenibili con vaccino per bambini, adolescenti, le loro famiglie e insegnanti, portando ad una maggiore conoscenza, motivazione e atteggiamento verso la vaccinazione e l'accettazione del vaccino
È importante imparare dal Progetto ESCULAPIO e dal progetto ImmunizziAMO, che hanno dimostrato l'efficacia di interventi comunicativi ed educativi, purtroppo spesso non implementati in modo sistematico. Messaggi da fonti verificate, interventi sui social media, strumenti di gamification e messaggi narrativi possono aumentare la consapevolezza e l'intenzione vaccinale.
Pediatri e medici di medicina generale svolgono un ruolo cruciale nel promuovere la vaccinazione attraverso le loro raccomandazioni. Interventi di comunicazione mirati, come promemoria digitali e consulenze personalizzate, hanno dimostrato un impatto positivo. I loro interventi sui social media, i servizi di promemoria digitale e le opzioni di consulenza (di persona e telefoniche) hanno dimostrato di avere un impatto positivo sull’assunzione del vaccino rivolta ai bambini di età compresa tra 5 e 11 anni nella campagna di vaccinazione di massa contro il COVID-19 in Italia.
Si suggerisce quindi di ristrutturare i sistemi di incentivazione, focalizzandosi sugli obiettivi di copertura vaccinale piuttosto che sul numero di dosi somministrate. La collaborazione tra medici di base e centri vaccinali per campagne di immunizzazione potrebbe mitigare il carico di lavoro. È fondamentale che i medici di base siano vaccinati in prima persona e promuovano attivamente la vaccinazione ai pazienti.
Infine, va esteso il ruolo delle farmacie. La capillare diffusione delle farmacie sul territorio nazionale può migliorare significativamente l'accessibilità, soprattutto per aree remote e popolazioni sottoservite. Con la recente approvazione di un disegno di legge, la vaccinazione antinfluenzale è inclusa tra gli interventi offerti dalle farmacie sopra i 12 anni. È fondamentale però estendere questa possibilità alle popolazioni più giovani e garantire una partecipazione uniforme delle farmacie ai programmi di immunizzazione in tutte le regioni.
Per quanto riguarda gli aspetti logistici, è fondamentale garantire un accesso prolungato e facilitato alla vaccinazione, con programmi operativi che inizino all'inizio di ottobre e che prevedano un coordinamento integrato di tutte le risorse e infrastrutture. L'assistenza ambulatoriale e le farmacie potrebbero coprire periodi operativi più estesi rispetto ai centri vaccinali e alle scuole. L'organizzazione di eventi speciali in giornate aperte o nei fine settimana può aumentare ulteriormente la disponibilità.
La digitalizzazione riveste un ruolo chiave nell'affrontare le sfide logistiche e nel migliorare l'efficienza dei programmi di immunizzazione. L'integrazione della somministrazione della vaccinazione con la registrazione in tempo reale nel Registro Nazionale Vaccinazioni semplificherebbe il processo e migliorerebbe l'aderenza degli operatori sanitari. Fornire ai medici di base un accesso diretto al registro e semplificare l'inserimento dei dati attraverso tecnologie come gli scanner di codici a barre rappresentano passi importanti. L'esperienza di altri paesi evidenzia come la digitalizzazione dei registri, i sistemi di supporto alle decisioni cliniche e il monitoraggio remoto dei pazienti siano strumenti cruciali per raggiungere e mantenere un'elevata copertura vaccinale.
L'attuale situazione con bassi tassi di copertura non è sostenibile, è fondamentale quindi che le istituzioni, gli operatori sanitari, le scuole e le famiglie collaborino attivamente per promuovere la vaccinazione antinfluenzale come uno strumento essenziale per la protezione della salute dei bambini e della comunità nel suo complesso. L'adozione di un sistema solido e sostenibile per la vaccinazione antinfluenzale pediatrica porterebbe a un migliore controllo della malattia e a una sostanziale riduzione del carico nazionale complessivo dell'influenza.
Matteo Vian