Sette giovani su 10 hanno vissuto periodi di ansia, depressione o altri disturbi dell'umore, spesso legati a stress lavorativo, problemi familiari e pressioni sociali. Un disagio che li colpisce molto più degli adulti. È quanto emerge da una ricerca promossa dal Consiglio nazionale dei giovani (Cng), presentata in occasione della firma di un protocollo d'intesa tra il Cng e il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop).
La ricerca, realizzata con il supporto tecnico dell'Istituto Piepoli, evidenzia come lo stress lavorativo sia la principale causa di disagio per i giovani, con il 46% degli intervistati che lo indica come fattore determinante, seguito dai problemi familiari (40%) e dalle pressioni sociali (30%). Riconoscere i segnali del malessere è essenziale: per il 52% il cambiamento di umore è il primo campanello d'allarme, mentre il 51% identifica l'isolamento sociale come sintomo di difficoltà. Inoltre, il 28% segnala i comportamenti a rischio come indicatori preoccupanti, seguiti dalle difficoltà scolastiche (7%). Per affrontare queste problematiche, i giovani adottano diverse strategie. Il 46% si affida alla terapia individuale, mentre il 40% trova sollievo nell'attività sportiva. Gruppi di supporto, arte e musica rappresentano ulteriori strumenti efficaci per contrastare ansia e depressione. Tuttavia, il 65% ritiene che chi soffre di difficoltà psicologiche sia discriminato. Per rispondere a questi problemi, il 53% dei giovani ritiene necessario ampliare i servizi di supporto psicologico, mentre il 36% chiede una riorganizzazione più efficace delle risorse già esistenti.
Attraverso la firma del protocollo, il Consiglio nazionale dei giovani e l'Ordine nazionale degli psicologi si impegnano a promuovere percorsi di informazione e sensibilizzazione rivolti alle organizzazioni giovanili e ai giovani, oltre a lavorare insieme per presentare alle istituzioni proposte concrete per contrastare il disagio psicologico nelle nuove generazioni.
"Il 65% dei giovani ritiene che chi soffre di difficoltà psicologiche sia discriminato, mentre oltre il 70% ha sperimentato ansia, depressione o disturbi dell'umore, spesso legati a stress lavorativo, problemi familiari e pressioni sociali", dichiara Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale dei giovani. "Non possiamo più considerare questo fenomeno un problema individuale - ammonisce - ma una vera e propria emergenza sociale che richiede risposte concrete, sempre più urgenti. Il protocollo d'intesa tra il Cng e il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi va esattamente in questa direzione: vogliamo promuovere iniziative di ascolto e formazione per garantire ai giovani strumenti di supporto".
"I sistemi sanitari devono riconoscere il ruolo centrale della psicologia nella salute e nel benessere delle persone, soprattutto dei giovani, sempre più colpiti da un disagio diffuso che incide sullo sviluppo, sul rendimento scolastico e sulla vita sociale, con conseguenze a lungo termine. L'aumento di queste fragilità, amplificato dai cambiamenti sociali e dall'incertezza sul futuro, richiede risposte strutturate", afferma David Lazzari, presidente del Cnop. "La scuola, luogo chiave per la crescita e la prevenzione, deve diventare un punto di riferimento per il benessere psicologico - ribadisce - È fondamentale attuare al meglio la normativa approvata con la legge di Bilancio e potenziare le risorse, superando la frammentazione attuale e garantendo un supporto stabile, accessibile e vicino ai bisogni reali degli studenti. Investire nella prevenzione significa non solo tutelare le nuove generazioni, ma anche evitare costi sociali ed economici elevati derivanti da un disagio non affrontato".