Uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine suggerisce che gli inibitori del SGLT-2 (SGLT-2i) e gli agonisti del recettore GLP-1 (GLP-1RA), farmaci comunemente prescritti per il diabete di tipo 2 (T2D), sono associati a un minor rischio di riacutizzazioni moderate o gravi della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) rispetto agli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4i).
Gli individui con diabete di tipo 2 e BPCO affrontano un rischio maggiore di esiti avversi correlati, tra cui degenze ospedaliere più lunghe, insufficienza respiratoria e sepsi con conseguente aumento della spesa sanitaria. Gli inibitori del cotrasportatore-2 sodio-glucosio, gli agonisti del recettore del peptide 1 simile al glucagone e gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 sono farmaci ipoglicemizzanti comunemente prescritti per la gestione del diabete di tipo 2. Questi farmaci si sono dimostrati promettenti per migliorare potenzialmente la funzione polmonare.
Precedenti studi osservazionali su questi farmaci e sulle riacutizzazioni della BPCO hanno offerto informazioni preziose, ma sono molto limitati. Considerando l'elevato rischio di morbilità e mortalità correlata alla BPCO negli individui con T2D, lo studio ha voluto colmare una lacuna di conoscenza riguardo all'associazione tra i farmaci ipoglicemizzanti e il rischio di riacutizzazioni.
Lo studio ha utilizzato dati di ampie banche dati di assicurazioni statunitensi, analizzando oltre 393.000 pazienti con T2D e BPCO attiva.
Lo studio ha considerato sia le riacutizzazioni moderate (trattate con glucocorticoidi orali e visite ambulatoriali) sia quelle gravi (che richiedono ospedalizzazione). L'analisi ha tenuto conto di molteplici fattori di rischio e comorbidità, rafforzando la validità dei risultati.
I risultati indicano come il rischio di riacutizzazioni moderate o gravi della BPCO sia risultato inferiore tra i pazienti trattati con SGLT-2i e GLP-1RA rispetto a quelli trattati con DPP-4i (2.2 e 1.6 eventi in meno per 100 anni-persona, rispettivamente). Il confronto diretto tra SGLT-2i e GLP-1RA non ha mostrato grandi differenze tra le due classi di farmaci.
I risultati sono rimasti coerenti in diverse analisi di sensibilità e sottogruppi, ma, essendo uno studio osservazionale, non si può escludere completamente la possibilità di altri fattori non misurati che influenzano i risultati.
La riduzione delle riacutizzazioni della BPCO può portare a migliori risultati di salute e a una riduzione dei costi sanitari.
I risultati potranno aiutare i medici a prendere decisioni migliori nella prescrizione di farmaci, suggerendo che SGLT-2i e GLP-1RA potrebbero essere preferibili rispetto ai DPP-4i per pazienti con T2D e BPCO attiva, sempre tenendo conto delle singole situazioni cliniche.