Uno studio inglese pubblicato su "The Lancet" ha dimostrato che un monitoraggio mammografico meno frequente non compromette la sopravvivenza specifica al cancro al seno per le donne di 50 anni o più. La ricerca, condotta da un gruppo di studiosi guidato da Janet A. Dunn dell'Università di Warwick, Coventry (UK), ha confrontato la sorveglianza mammografica annuale con quella biennale o triennale in donne che erano libere da recidive tre anni dopo l'intervento chirurgico curativo.
Lo studio Mammo-50, un trial multicentrico, randomizzato di fase 3, ha coinvolto 5.235 donne di 114 ospedali del National Health Service del Regno Unito. Le partecipanti, tutte di età pari o superiore a 50 anni al momento della diagnosi di cancro al seno invasivo o non invasivo, sono state assegnate in modo casuale a ricevere mammografie annuali o meno frequenti tre anni dopo l'intervento chirurgico curativo. Il follow-up è durato 6 anni e ha valutato la sopravvivenza specifica al cancro al seno e l'analisi costo-efficacia.
I risultati hanno mostrato che la sopravvivenza specifica al cancro al seno a 5 anni era del 98,1% nel gruppo con mammografie annuali e del 98,3% nel gruppo con mammografie meno frequenti, dimostrando la non inferiorità della sorveglianza meno frequente. Anche l'intervallo libero da recidiva e la sopravvivenza globale a 5 anni erano simili tra i due gruppi.
Durante il periodo di studio, 343 donne sono decedute, di cui 116 a causa del cancro al seno. Tra queste, 61 appartenevano al gruppo con mammografie annuali e 55 al gruppo con mammografie meno frequenti. Inoltre, 224 eventi di cancro al seno sono stati rilevati tramite ammissioni d'emergenza o rinvii sintomatici al sistema ospedaliero.
Questi dati suggeriscono che offrire una sorveglianza mammografica meno frequente a questo gruppo di donne, a partire da 3 anni dopo la diagnosi, è sicuro e non ha un impatto negativo sulla sopravvivenza, sulla rilevazione delle recidive o sulla rilevazione di nuovi tumori primari. Inoltre, potrebbe comportare notevoli risparmi sui costi. Le evidenze dello studio Mammo-50 potrebbero essere utilizzate per modificare le linee guida sulla sorveglianza mammografica in questa popolazione di pazienti.
Arturo Zenorini
Lancet. 2025 ;405:396-407. doi: 10.1016/S0140-6736(24)02715-6.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39892911/