Uno studio pubblicato su 'Nature Communications' ha svelato un allarmante collegamento tra l'inquinamento atmosferico e il deterioramento delle nostre capacità cognitive, noto come “nebbia cognitiva”.
Secondo la ricerca, anche una breve esposizione a elevate concentrazioni di polveri sottili può compromettere la nostra abilità di concentrarci, di evitare distrazioni e persino di interpretare le emozioni degli altri. In pratica, l'esposizione, anche a breve termine, all'inquinamento atmosferico da particolato fine renderebbe più difficile interpretare le emozioni o di concentrarsi sullo svolgimento di un compito rendendo più difficili anche semplici attività quotidiane, tipo fare la spesa al supermercato.
A livello globale l'inquinamento atmosferico - in particolare le Pm 2.5 - è il principale fattore di rischio ambientale per la salute umana. Gli impatti negativi della scarsa qualità dell'aria sui sistemi cardiovascolare e respiratorio sono ampiamente riconosciuti, con collegamenti a condizioni neurodegenerative come la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Le analisi hanno rivelato che l'attenzione selettiva e il riconoscimento delle emozioni sono stati influenzati negativamente dall'inquinamento atmosferico, indipendentemente dal fatto che i soggetti respirassero normalmente o solo attraverso la bocca.
Gli autori suggeriscono che l'infiammazione causata dall'inquinamento potrebbe avere un ruolo in questi deficit, notando che mentre l'attenzione selettiva e il riconoscimento delle emozioni sono stati influenzati, la memoria di lavoro no. Ciò indica che alcune funzioni cerebrali sono più resilienti all'esposizione all'inquinamento a breve termine.
Gli autori sottolineano l'urgente necessità di adottare misure più rigorose per migliorare la qualità dell'aria e proteggere la salute dei cittadini. "Il nostro studio fornisce prove convincenti che anche un'esposizione a breve termine" allo smog "può avere effetti negativi immediati sulle funzioni cerebrali essenziali per le attività quotidiane", commenta il coautore Thomas Faherty, dell’università di Birmingham. La scarsa qualità dell'aria, interviene Francis Pope dell'Università di Birmingham, "compromette lo sviluppo intellettuale e la produttività dei lavoratori, con significative implicazioni sociali ed economiche in un mondo ad alta tecnologia che fa affidamento sull'eccellenza cognitiva".
Nel complesso, concludono gli autori, lo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per comprendere i percorsi attraverso cui l'inquinamento atmosferico influisce sulle funzioni cognitive e per esplorare gli impatti a lungo termine, soprattutto sulle popolazioni vulnerabili come bambini e anziani.
In conclusione, lo smog non è solo un problema ambientale, ma rappresenta una seria minaccia per la salute mentale. È fondamentale agire ora per proteggere il nostro cervello e garantire un futuro più sano.