La terapia intensiva neonatale comporta procedure che possono essere dolorose, come il trattamento ventilatorio, l'alimentazione tramite sondino, l'inserimento di cateteri nei vasi sanguigni e procedure chirurgiche. Richiede anche vari test e indagini che possono comportare dolore, ma il livelli di cura non sono ancora sempre adeguati.
All’analisi hanno partecipato 14 regioni (Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto) e 2 province autonome (Trento e Bolzano) individuando 18 centri che offrono servizi PPC.
Di questi 15 appartenevano al Sistema Sanitario Nazionale e 3 invece erano privati accreditati (di cui 1 appartenente ad una organizzazione senza scopo di lucro).
Fra i vari centri, 13 erano un punto di riferimento regionale, ma solo 10 offrivano una copertura territoriale completa.
L’analisi si sofferma sulla capacità dei vari centri di dare un’offerta specializzata nella terapia del dolore pediatrico, scoprendo come solo 8 centri avevano un’attività di hospice dedicata solamente alla PPC pediatrica, di cui solo 5 con un team di medici dedicati specializzati in pediatria.
Questi centri, nel periodo 2022-2023, sono riusciti a seguire 4819 bambini (2085 nel 2022 e 2734 nel 2023) di cui 1894 in hospice e 2925 tramite servizi di assistenza domiciliare.
Considerando le stime del 2021 dei bambini che necessitano di PPC specializzata in Italia (circa 10.600), i dati suggeriscono che il fabbisogno di PPC è stato coperto dal 26% nel 2023.
Nonostante questi numeri possano sembrare bassi, i dati riportati nell'ambito nel periodo 2022-2023 suggeriscono un generale trend di miglioramento della disponibilità del servizio specializzato PPC in Italia, rispetto ai dati raccolti nel 2021.
Permangono importanti criticità, soprattutto legate alla variabilità ed eterogeneità dell'offerta di PPC specializzate nelle diverse regioni (sia a livello organizzativo che in termini di fornitura di risorse dedicate). In particolare, persiste una disuguaglianza tra il nord e il sud Italia (cinque regioni che non forniscono PPC specializzate sono tutte nel sud Italia). Evidenziando le aree di miglioramento, lo studio offre spunti preziosi per migliorare la qualità e l'accessibilità dei servizi specializzati.
Lo studio riguarda 3.686 bambini nati tra le 22 e le 31 settimane di gestazione dal 2020 al 2024. I ricercatori hanno scoperto che tra i bambini nati molto prematuri, tra la 22a e la 23a settimana di gestazione, il 90% è stato sottoposto a procedure dolorose. Tra questi solo per il 45% è stata eseguita un’analisi oggettiva del dolore di cui la maggioranza hanno ricevuto solo trattamento con morfina che potrebbe essere un caso di trattamento inadeguato.
La ricerca conclude come siano necessari trattamenti migliori per il dolore, con combinazioni diverse di farmaci che abbiano anche un rischio minore di effetti collaterali.
Rimane, quindi, la necessità di un maggiore sforzo per fornire migliori modelli di assistenza e risorse per la PPC specializzata, soprattutto considerando che il numero di bambini che necessitano di PPC è in costante aumento.
Matteo Vian