È stata approvata in Europa la combinazione a base di amivantamab e lazertinib di Johnson & Johnson per il trattamento di prima linea di persone adulte con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) avanzato con delezioni nell’esone 19 o mutazioni di sostituzione L858R nell’esone 21 del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR).
L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 MARIPOSA, i cui dati sono stati presentati al Simposio presidenziale del Congresso europeo di oncologia medica (ESMO).
MARIPOSA, che ha arruolato 1.074 pazienti, è uno studio randomizzato di fase 3 che valuta amivantamab in combinazione con lazertinib rispetto a osimertinib e rispetto a lazertinib in monoterapia nel trattamento in prima linea di pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico con mutazioni ex19del o della sostituzione dell'esone 21 L858R dell'EGFR.
Lo studio ha raggiunto l'endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione (PFS) e, a un follow-up mediano di 22 mesi, amivantamab più lazertinib ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 30 per cento rispetto a osimertinib. La durata mediana della risposta (DOR) è risultata più lunga per i pazienti che hanno ricevuto amivantamab più lazertinib rispetto a osimertinib, con un miglioramento di nove mesi nella DOR mediana (25,8 vs 16,8 mesi).
Il profilo di sicurezza della combinazione amivantamab e lazertinib è coerente con altri studi, con eventi avversi per lo più di grado 1 o 2. La tossicità è stata in gran parte gestibile con interruzioni e riduzioni della dose, insieme a misure terapeutiche di supporto comunemente utilizzate.
Lazertinib è un inibitore orale di terza generazione della tirosin-chinasi (TKI) dell'EGFR che ha come bersaglio sia la mutazione T790M che le mutazioni attivanti dell'EGFR, risparmiando l'EGFR wild-type. Amivantamab è un anticorpo bispecifico EGFR-MET completamente umano che agisce colpendo i tumori con mutazioni EGFR attivanti e resistenti e mutazioni e amplificazioni MET sfruttando il sistema immunitario.
In Europa, si stima che 484.306 pazienti abbiano avuto una diagnosi di tumore al polmone nel 2022, con circa l'85 per cento di NSCLC. Il carcinoma polmonare è il tumore che provoca più morti nel continente, anche rispetto a quanti ne siano causati da carcinoma mammario e carcinoma prostatico insieme.
«Questa combinazione terapeutica priva di chemioterapia ha già dimostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione. I dati più recenti confermano che l’impiego combinato di amivantamab e lazertinib può estendere la vita dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule e mutazioni comuni EGFR di almeno un anno rispetto all’attuale standard di cura, osimertinib», afferma Antonio Passaro, M.D., Ph.D., Oncologo Medico con Incarico di Alta Specializzazione presso la Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. «Questi risultati rappresentano un passo avanti cruciale nella gestione di questa patologia: prolungare l’aspettativa di vita è un indicatore chiave dell’efficacia di qualsiasi trattamento oncologico. Lo studio MARIPOSA ha quindi confermato il potenziale trasformativo di questa combinazione come trattamento di prima linea, aprendo la strada ad un nuovo standard di cura e offrendo benefici concreti e clinicamente rilevanti per i nostri pazienti».
«Attualmente, il tasso di sopravvivenza a cinque anni dei pazienti con NSCLC avanzato con mutazioni dell'EGFR trattati con inibitori della tirosin-chinasi è inferiore al 20 per cento», commenta Henar Hevia, Ph.D., Senior Director, Therapeutic Area Lead EMEA, Oncology. «L'approvazione di oggi segna un momento importante per il trattamento del tumore del polmone, offrendo ai pazienti una nuova possibilità di trattamento senza chemioterapia e, potenzialmente, più tempo da trascorrere con i propri cari».