Per molti anni, il diabete nei bambini è stato principalmente rappresentato dal diabete di tipo 1. Tuttavia, l'aumento dell'obesità infantile a livello globale ha portato a una crescente prevalenza del diabete di tipo 2. Questo è confermato dai risultati di uno studio osservazionale su scala globale, attualmente in corso di pubblicazione sulla rivista "Diabetologia" dell'European Association for the Study of Diabetes. Lo studio è stato guidato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche e dall’Università Politecnica delle Marche, con la partecipazione di ricercatori di istituzioni internazionali come il Royal London Children's Hospital, Stanford University, Università di Ulm in Germania, Cincinnati Children’s Hospital Medical Center e Seoul National University.
La ricerca, condotta su quasi 97mila bambini di tutto il mondo tra il 2012 e il 2021, ha utilizzato i dati del registro mondiale SWEET, che raccoglie informazioni cliniche e demografiche su giovani under 25 affetti da diabete, provenienti da 160 centri distribuiti a livello mondiale. I risultati mostrano un costante aumento dei casi di diabete nella fascia di età inferiore ai 21 anni, con un incremento proporzionale del 9% ogni due anni. L'età media alla diagnosi è di 13 anni, ma nell'8% dei nuovi casi, i bambini hanno meno di 10 anni.
«Questo studio dimostra come anche tra i giovanissimi stia crescendo l'incidenza del diabete di tipo 2, una malattia metabolica che fino a poco tempo fa era tipica dell'età adulta» dichiara Valentino Cherubini, presidente SIEDP e direttore della Diabetologia pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona. «Negli ultimi 10 anni, la frequenza di nuove diagnosi negli under 21 è aumentata del 9% ogni due anni. La percentuale di diabete di tipo 2 è passata dal 3,2% nel 2012/2013 al 6,0% nel 2020/2021, con un picco tra gli adolescenti di 13-15 anni. Inoltre, l'8% dei nuovi casi è stato rilevato nei bambini con meno di 10 anni».
Cherubini evidenzia come il 75% dei bambini seguiti in centri europei, americani, australiani e neozelandesi presentava valori di BMI superiori al 97° percentile al momento della diagnosi di diabete, indicando una condizione di obesità. «Stiamo affrontando un'epidemia di diabete tipo 2 fra i giovanissimi che richiede nuove misure preventive» sottolinea Cherubini. «Ad oggi, le linee guida dell’ISPAD raccomandano uno screening mirato dopo l'inizio della pubertà o dopo i 10 anni di età nei giovani con un BMI uguale o superiore all'85° percentile, ma i nostri risultati dimostrano che è necessario intervenire prima, per prevenire e trattare l'eccesso di peso prima della pubertà».