In Italia il suicidio è la prima causa di morte materna tardiva e negli ultimi dieci anni il suo peso è aumentato dal 12% al 16,1% dei decessi correlati alla gravidanza. I dati della sorveglianza ItOss dell’Istituto superiore di sanità (ISS), presentati il 2 dicembre durante un convegno all’ISS, segnalano 776 morti materne registrate tra il 2011 e il 2021 dal concepimento fino a un anno dalla fine della gravidanza, con il 42% dei decessi classificato come prevenibile.
Complessivamente, le principali cause di morte materna risultano essere suicidio, patologie cardiovascolari ed emorragia ostetrica. Limitando l’analisi ai decessi tardivi, avvenuti tra 43 e 365 giorni dalla conclusione della gravidanza, il suicidio è responsabile del 28,7% dei casi, confermandosi come il primo fattore di mortalità in questa fase.
«L’Italia è uno degli otto Paesi europei dotati di un sistema avanzato di sorveglianza ostetrica che mira a ridurre le morti materne evitabili e a migliorare la qualità dell’assistenza alla nascita», afferma Serena Donati, direttrice del Reparto Salute della donna e dell’età evolutiva del Cnapps – ISS. Il sistema ItOss, attivo in tutte le Regioni ad eccezione del Molise, coordina una rete di referenti clinici nei punti nascita, nelle terapie intensive, nelle Stroke Unit e nelle unità coronariche, sottoponendo ogni decesso a revisione critica tramite audit intraospedalieri e indagini confidenziali regionali e nazionali. L’integrazione dei flussi sanitari ha consentito di rilevare che, prima dell’avvio della sorveglianza, il 60% delle morti materne non veniva intercettato.
Parallelamente, ItOss ha condotto studi prospettici sui cosiddetti near miss ostetrici. I dati mostrano un miglioramento dell’appropriatezza degli interventi chirurgici per emorragia ostetrica, con una riduzione del 50% delle isterectomie negli ultimi dieci anni, con tassi oggi allineati a quelli di altri Paesi europei. Per la re-laparotomia dopo parto cesareo, la prevalenza stimata è di 0,28 re-interventi ogni 100 cesarei, pari a un nuovo intervento ogni 363 parti cesarei.
Alla luce dell’aumento delle morti materne correlate a condizioni psichiche, l’ISS ha attivato specifici progetti sulla salute mentale perinatale in collaborazione con consultori familiari, punti nascita e Dipartimenti di salute mentale, finalizzati alla rilevazione dei bisogni formativi degli operatori e alla costruzione di percorsi assistenziali integrati.
Novità rilevante arriva anche dall’aggiornamento della linea guida “Gravidanza fisiologica”, che introduce per la prima volta in Italia raccomandazioni basate sull’evidenza per offrire sistematicamente alle donne, a ogni bilancio di salute in gravidanza, lo screening per ansia e depressione, la valutazione dei fattori sociali complessi e lo screening della violenza di coppia e di genere, con l’obiettivo di intercettare precocemente situazioni di vulnerabilità clinica e sociale in grado di incidere sugli esiti materni.