La prevenzione entra a pieno titolo nel lessico della neurologia. “Il fil rouge del Congresso è l’idea della brain health come strategia per diminuire il carico di malattia neurologica”, ha dichiarato Maurizio Corbetta, presidente del 55° Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN), che si è concluso il 28 ottobre a Padova.
Corbetta ha sottolineato come molte patologie, tra cui ictus e demenze, possano essere influenzate in modo significativo dalla prevenzione. “Curando i fattori di rischio e adottando stili di vita corretti possiamo ridurre l’incidenza di malattie neurologiche che oggi rappresentano una delle principali cause di disabilità e mortalità”, ha spiegato.
Accanto al tema della prevenzione, al Congresso è stato discusso l’impatto dei nuovi farmaci biologici, già in sperimentazione o in fase di approvazione. “Nel caso dell’Alzheimer – ha precisato Corbetta – due molecole, lecanemab e donanemab, sono in valutazione da parte dell’Ema e in attesa del via libera dell’Aifa. Altri farmaci biologici innovativi riguardano le malattie neuromuscolari, la miastenia gravis e alcune atassie ereditarie, e sono già in uso o in fase avanzata di studio.”
Sul fronte diagnostico, il neurologo ha evidenziato i progressi delle tecniche di neuroimaging e dei biomarcatori per l’identificazione precoce delle malattie neurodegenerative. “Stiamo sviluppando metodi come la PET, in grado di tracciare le proteine anomale che si accumulano nel cervello delle persone con Alzheimer, e test basati su biomarcatori plasmatici per individuare alterazioni anni prima della comparsa dei sintomi clinici.”
L’obiettivo, ha aggiunto, è arrivare a campagne di screening mirate nella popolazione a rischio a partire dai 50 anni, “per identificare precocemente chi presenta fattori predisponenti e ridurre fino al 45% il rischio di sviluppare demenza, anche attraverso la correzione dei comportamenti individuali”.
Corbetta ha ricordato le principali indicazioni per una corretta prevenzione: “Dopo una certa età bisogna ridurre l’apporto calorico: un’alimentazione più leggera riduce l’infiammazione sistemica e cerebrale. Fondamentale è anche l’esercizio fisico regolare: con l’avanzare dell’età non bastano le semplici camminate, serve un vero training aerobico. Inoltre, mantenere il cervello attivo imparando cose nuove e coltivando la socialità rappresenta una delle migliori difese contro il decadimento cognitivo.”
Il concetto di brain health, ribadito nel corso del Congresso, diventa così un paradigma per la neurologia del futuro: un approccio preventivo e multidimensionale che integra innovazione terapeutica, diagnosi precoce e promozione di comportamenti protettivi per la salute del cervello lungo tutto l’arco della vita.