Rilanciare il ruolo della neurologia come pilastro del Servizio sanitario nazionale, puntando su prevenzione, innovazione terapeutica e sostenibilità dei percorsi di cura. È stato l’obiettivo del 55° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia (SIN), svoltosi a Padova dal 24 al 28 ottobre 2025, che riunisce la comunità scientifica per discutere il futuro della disciplina in un contesto di crescente impatto delle malattie neurologiche sulla salute pubblica.
In Italia oltre sei milioni di persone convivono con patologie neurologiche, che rappresentano la prima causa di disabilità e la seconda di morte, con un impatto economico stimato pari all’1,5% del PIL. “Abbiamo il dovere di ripensare la neurologia in chiave moderna, con una visione che integri innovazione, sostenibilità e presa in carico continua del paziente”, ha dichiarato Alessandro Padovani, presidente uscente della SIN, nel corso della conferenza inaugurale.
Padovani, in un’intervista a Neurologia33 a margine dell’evento, ha spiegato che la Società “ha avviato un percorso di rinnovamento fondato sulla digitalizzazione e sull’informatizzazione della neurologia, lavorando in parallelo sulla governance e sulla formazione delle nuove generazioni”. Negli ultimi due anni la SIN ha superato i 4.000 soci, con oltre 2.600 iscritti presenti al congresso, segno di una disciplina in crescita e sempre più attrattiva anche per i giovani specialisti.
“Abbiamo recuperato un rapporto costruttivo con il mondo sanitario, sia ospedaliero sia territoriale, e avviato un confronto con Agenas e l’Università Bocconi per individuare i reali fabbisogni di personale e le aree dove la neurologia deve essere potenziata”, ha aggiunto Padovani. Tra i risultati citati, il rafforzamento dei rapporti con le istituzioni politiche e la costituzione di intergruppi parlamentari dedicati alle neuroscienze, all’Alzheimer e all’iniziativa One Brain, con l’obiettivo di portare il tema della salute del cervello al centro delle politiche sanitarie nazionali.
La SIN, ha ricordato il presidente uscente, “ha avviato anche un dialogo con le altre società scientifiche, in particolare psichiatria e neuropsichiatria infantile, per costruire un approccio condiviso alla salute mentale e neurologica lungo tutto l’arco della vita. È un lavoro di legittimazione e riconoscimento istituzionale che rafforza la presenza della neurologia nel Servizio sanitario nazionale e nella comunità scientifica internazionale”.
La società scientifica propone un modello fondato sul paradigma della “Salute del Cervello”, che considera la gestione della malattia parte di una visione globale del benessere cognitivo e mentale. Prevenzione, stili di vita sani e interventi mirati diventano elementi centrali di un approccio integrato.
Tra le iniziative illustrate, il “Decalogo per la Salute del Cervello”, che promuove attività fisica regolare, dieta mediterranea, stimolazione cognitiva, sonno adeguato e controllo della salute cardiovascolare. “Vogliamo che ogni cittadino diventi protagonista attivo della propria salute cerebrale”, ha spiegato Maurizio Corbetta, presidente del Congresso.
Sul piano scientifico, la neurologia sta evolvendo rapidamente grazie a biomarcatori plasmatici, anticorpi monoclonali per l’Alzheimer e terapie geniche per le malattie rare. Tuttavia, evidenzia la SIN, la traduzione clinica di queste innovazioni richiede una profonda riorganizzazione dei percorsi assistenziali, con continuità ospedale-territorio e integrazione tra discipline.
“Una neurologia capace di coniugare rigore scientifico, efficienza organizzativa e prossimità al paziente sarà decisiva per affrontare le nuove sfide”, ha sottolineato Mario Zappia, neo presidente della SIN. Tra il 2022 e il 2025 le pubblicazioni italiane in neurologia cofirmate con centri esteri hanno raggiunto il 53,2%, segno di una crescente internazionalizzazione della ricerca.
La crescente attenzione istituzionale è confermata dalla recente bozza di Legge di Bilancio, che prevede finanziamenti per la neurologia di comunità, l’introduzione dei biomarcatori plasmatici, il potenziamento della rete territoriale e la gestione integrata di patologie come Parkinson, SLA e demenze.
Come ha osservato Padovani, “le basi per questa crescita sono state poste in questi due anni: oggi la neurologia italiana è più coesa, riconosciuta dalle istituzioni e pronta a guidare l’innovazione clinica e organizzativa che la salute del cervello richiede”.