Pubblicato in occasione della Giornata mondiale della spina bifida e dell’idrocefalo (25 ottobre), il richiamo della Società Italiana di Neonatologia (SIN) sui progressi nella diagnosi prenatale e nella chirurgia fetale, che possono migliorare la prognosi dei bambini affetti da questa malformazione congenita. La spina bifida colpisce circa due bambini ogni mille nati e deriva da un difetto di chiusura del tubo neurale nelle prime settimane di gestazione.
Oggi la diagnosi è possibile già tra la 18ª e la 22ª settimana di gravidanza grazie alle moderne tecniche ecografiche e alla risonanza magnetica fetale, che permettono una valutazione accurata dell’estensione della lesione e delle eventuali complicanze associate.
Negli ultimi anni la chirurgia fetale intrauterina ha rappresentato una delle principali innovazioni terapeutiche. L’intervento, eseguito in centri altamente specializzati, riduce il danno neurologico prevenendo l’esposizione del midollo spinale al liquido amniotico. “Si tratta di una procedura complessa – sottolinea Massimo Agosti, presidente SIN – che può migliorare la funzionalità motoria e ridurre la necessità di derivazioni ventricolari per l’idrocefalo. Tuttavia richiede un’attenta selezione delle pazienti e un’equipe multidisciplinare esperta in chirurgia fetale, anestesia, neonatologia e neurochirurgia pediatrica.”
La presa in carico del neonato con spina bifida deve proseguire in un percorso integrato tra neonatologi, neurologi, neurochirurghi, fisiatri e psicologi, con un follow-up a lungo termine per monitorare la funzione motoria, urologica e cognitiva.
Sul piano della prevenzione, la SIN ribadisce l’importanza dell’assunzione di acido folico prima del concepimento e nelle prime settimane di gravidanza: una misura che può ridurre fino al 70% il rischio di difetti del tubo neurale, ma che in Italia riguarda ancora meno del 40% delle future madri. “Serve un impegno coordinato – aggiunge Agosti – per rafforzare il counselling pre-concezionale e garantire percorsi nascita sempre più integrati e multidisciplinari.”
La Giornata mondiale rappresenta un’occasione per rafforzare la prevenzione e la presa in carico precoce dei disturbi congeniti del sistema nervoso, con l’obiettivo di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti.