L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), insieme a FIGO e ICM, ha abbassato da 500 a 300 millilitri la soglia di perdita di sangue che definisce l’emorragia post partum (PPH), principale causa di mortalità materna nel mondo. La nuova raccomandazione è contenuta nelle linee guida pubblicate durante il Congresso mondiale FIGO 2025 a Città del Capo.
L’obiettivo è consentire diagnosi e trattamento più rapidi di una complicanza che provoca ogni anno circa 45 mila decessi e colpisce milioni di donne. I medici e le ostetriche sono invitati a utilizzare teli graduati per misurare con precisione la quantità di sangue perso e intervenire tempestivamente quando i criteri diagnostici sono raggiunti.”
Lo studio su cui si basano le nuove soglie, pubblicato su The Lancet, ha analizzato oltre 300.000 casi in 23 Paesi. Secondo Jeremy Farrar, vicedirettore generale OMS, “la PPH non è sempre prevedibile, ma le morti sono prevenibili con cure adeguate e tempestive”.
Le linee guida richiamano inoltre l’attenzione sulla prevenzione dell’anemia in gravidanza, fattore di rischio che aggrava gli esiti dell’emorragia, e scoraggiano l’episiotomia di routine, suggerendo tecniche preventive come il massaggio perineale. Durante la terza fase del travaglio, raccomandano la somministrazione di ossitocina o carbetocina termo-stabile, con misoprostolo come alternativa nei contesti a risorse limitate.
Il documento, corredato da moduli formativi e strumenti operativi sviluppati con UNFPA, fa parte della Global Roadmap for Combatting PPH 2023–2030.