La prevalenza del diabete negli adulti statunitensi è rimasta sostanzialmente invariata nell'ultimo decennio, ma il controllo glicemico ha mostrato un netto deterioramento, con un impatto particolarmente evidente tra i giovani adulti. Secondo i dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), la proporzione di adulti affetti da diabete non ha subito variazioni significative tra il periodo 2013-2014 e quello 2021-2023 (12,8% contro 14,1%, P=0,25). Tuttavia, i livelli medi di emoglobina glicata (HbA1c), dopo essere rimasti stabili fino al 2017-2020, hanno registrato un peggioramento significativo nel biennio successivo (7,31% contro 7,60%, P=0,03). Analogamente, la percentuale di soggetti con un controllo glicemico ottimale, definito da valori di HbA1c inferiori al 7%, si è mantenuta costante fino al 2020, ma è poi calata bruscamente dal 54,3% al 43,5% tra il 2017-2020 e il 2021-2023 (P=0,02).
Questi cambiamenti negativi hanno riguardato in particolare gli adulti di età compresa tra i 20 e i 44 anni, con un aumento dell'HbA1c medio dal 7,43% all'8,51% (P=0,03) e una drastica riduzione del controllo glicemico dal 57,4% al 37,1% (P=0,006). Secondo Rishi K. Wadhera, ricercatore presso il Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston (Stati Uniti), tale peggioramento potrebbe essere riconducibile agli effetti indiretti della pandemia di COVID-19, che ha comportato difficoltà nell'accesso alle cure, un incremento della sedentarietà e un deterioramento del supporto sociale e psicologico. «L'aumento dell'1% nei livelli medi di HbA1c e la riduzione del 20% nel controllo glicemico determinano un maggiore rischio di eventi cardiovascolari nel corso della vita» scrivono gli autori dello studio. Per Wadhera, è fondamentale che i giovani adulti affetti da diabete ricevano un adeguato monitoraggio delle condizioni metaboliche e seguano le raccomandazioni cliniche per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari. «Dobbiamo assicurarci che i nostri pazienti più giovani effettuino controlli regolari, ricevano gli screening necessari per i fattori di rischio cardiometabolico e vengano trattati adeguatamente» afferma.
L'indagine ha analizzato i dati NHANES raccolti tra il 2013 e il 2023 su adulti non in gravidanza di età superiore ai 20 anni, includendo 24.263 partecipanti, di cui 4.623 affetti da diabete. La popolazione dello studio comprendeva il 51,4% di donne e un'età media ponderata di 48,5 anni. Il diabete è stato definito sulla base di un valore di HbA1c pari o superiore a 6,5%, una glicemia a digiuno di almeno 126 mg/dL o una diagnosi pregressa. Le stime di prevalenza del diabete sono state standardizzate per età e sesso utilizzando il metodo diretto con riferimento alla popolazione del Censimento statunitense del 2010.
Gli uomini hanno mostrato una prevalenza di diabete più elevata rispetto alle donne in tutti i cicli di indagine, con una differenza che nel 2023 era pari rispettivamente al 15,1% e 13,1%. Il diabete ha colpito principalmente le fasce di età più avanzate: nel 2023, risultava presente nel 5% degli adulti tra 20 e 44 anni, nel 19,3% di quelli tra 45 e 64 anni e nel 26,9% degli over 65. Tuttavia, il peggioramento significativo del controllo glicemico non è stato osservato nei gruppi più anziani, un dato che gli autori attribuiscono alla copertura sanitaria garantita da Medicare, che potrebbe aver facilitato l'accesso alle cure e ai farmaci per questa popolazione.
Tra le limitazioni dello studio vi è la mancanza di dati relativi a razza ed etnia, dovuta a modifiche nei criteri di campionamento. Inoltre, non erano disponibili informazioni dettagliate sull'impiego di farmaci.
JAMA. 2025;333(14):1255–7. doi: 10.1001/jama.2024.28513.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40014316/