La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio di lecanemab (Leqembi), il primo anticorpo monoclonale indicato per il trattamento del lieve deterioramento cognitivo e della demenza lieve dovuti alla malattia di Alzheimer in fase precoce. Il farmaco è riservato a pazienti con positività per placche di beta-amiloide e che non presentano o presentano una sola copia del gene ApoE4.
L'autorizzazione arriva dopo una valutazione scientifica favorevole da parte dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), secondo cui i benefici del trattamento superano i rischi nella popolazione indicata, a patto che vengano rispettate condizioni d’uso rigorose.
Patrizia Spadin, presidente dell’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (AIMA), accoglie con favore la notizia: “Siamo molto soddisfatti per questo primo grande risultato, ma ora il sistema sanitario deve essere pronto a ricevere, distribuire e somministrare queste terapie in tutte le regioni. È urgente adeguare la rete di diagnosi e cura, una richiesta che Aima porta avanti da anni”. In Italia, i casi di demenza sono stimati in 1,2 milioni, di cui 700mila con Alzheimer e 800mila con deterioramento cognitivo lieve.
Il San Raffaele di Milano, ricorda una nota, è stato il primo centro italiano a somministrare lecanemab, già dal settembre 2024, tramite il proprio Centro per la malattia di Alzheimer e patologie correlate (CARD), diretto dal professor Massimo Filippi. Il trattamento è stato erogato in regime di uso terapeutico controllato, in attesa dell’approvazione formale.
“L’approvazione europea di lecanemab rappresenta un passo avanti significativo – dichiara il professor Filippi –. Il nostro centro è impegnato a garantire un accesso sicuro e tempestivo, attraverso un percorso che prevede diagnosi biologica precoce, valutazione dei fattori di rischio e monitoraggio continuo”.
Si attende ora la valutazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per definire le modalità di prescrizione e rimborso. Nel frattempo, l’IRCCS San Raffaele prosegue la somministrazione ai pazienti idonei, contribuendo alla diffusione delle nuove terapie nel trattamento dell’Alzheimer.