Un nuovo studio ha dimostrato che l'uso combinato della scansione del calcio coronarico (CAC) e delle statine può rallentare la progressione della placca aterosclerotica nei pazienti con rischio intermedio di malattia coronarica (CAD) e con una storia familiare di CAD precoce.
Lo studio randomizzato CAUGHT-CAD ha confrontato due strategie: una basata sulle informazioni fornite dal punteggio CAC con prescrizione di statine e interventi sullo stile di vita, e l'altra con la gestione standard della prevenzione cardiovascolare. Dopo tre anni, il gruppo CAC ha mostrato una progressione della placca significativamente inferiore rispetto al gruppo di controllo:
• Volume totale della placca: +15,4 mm³ vs +24,9 mm³ (P=0,009)
• Volume della placca non calcificata: +5,6 mm³ vs +15,7 mm³ (P=0,002)
• Volume della placca fibrofatty e necrotica: -0,8 mm³ vs +4,5 mm³ (P=0,02)
Non sono state osservate differenze significative nel volume della placca calcificata (+8,9 mm³ vs +10,1 mm³, P=0,48), ma i dati complessivi suggeriscono un beneficio dell'impiego della CAC per guidare le strategie preventive.
Lo studio, condotto in sette ospedali australiani, ha coinvolto 365 adulti asintomatici tra i 40 e i 70 anni con una storia familiare di CAD precoce. I partecipanti, mai trattati con statine, hanno eseguito inizialmente una TC coronarica, e quelli con un punteggio CAC compreso tra 1 e 399 sono stati sottoposti a una TC coronarica con mezzo di contrasto. Il gruppo CAC ha ricevuto una consulenza infermieristica con visione delle immagini coronariche e prescrizione di atorvastatina (40 mg), mentre il gruppo di controllo ha seguito le linee guida standard senza conoscenza del proprio punteggio CAC.
I risultati hanno evidenziato che i pazienti con un CAC superiore a 100 hanno beneficiato maggiormente dell'intervento guidato dal punteggio CAC, confermando studi precedenti che indicano come questi soggetti traggano vantaggio dalla terapia ipolipemizzante, dall'aspirina e da nuovi trattamenti cardiometabolici.
L'editoriale di accompagnamento ha sottolineato che la strategia di test CAC seguita da interventi mirati ha portato a un'adesione quasi universale alle statine, colmando il divario tra la stratificazione del rischio e le cure concrete. Tuttavia, permangono ostacoli alla diffusione del test CAC, che non è coperto da Medicare e raramente rimborsato dalle assicurazioni private, sebbene alcuni ospedali abbiano ridotto i costi della scansione a 50-100 dollari.
Gli esperti si aspettano che le future linee guida riflettano l'importanza crescente del punteggio CAC nella prevenzione cardiovascolare primaria, personalizzando la terapia in base al rischio individuale. L'uso del test CAC, rapido, riproducibile e predittivo di eventi cardiovascolari, potrebbe migliorare l'aderenza alla terapia e ridurre le incertezze sulla prescrizione delle statine nei pazienti a rischio intermedio.
I risultati dello studio rafforzano l'idea che l'approccio basato esclusivamente sui fattori di rischio tradizionali potrebbe non essere sufficiente nella prevenzione cardiovascolare e che l'integrazione delle informazioni derivanti dal CAC possa ottimizzare la gestione del rischio aterosclerotico.