Fecondazione assistita, numeri in crescita ma restano le disparità regionali

Nel 2022 le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) hanno registrato un incremento rispetto all’anno precedente, con 87.192 coppie trattate, 109.755 cicli effettuati e 16.718 bambini nati vivi. È quanto emerge dalla Relazione 2024 del Ministero della Salute, inviata al Parlamento e pubblicata sul sito istituzionale.

L'età media delle donne che si sottopongono a trattamenti PMA rimane elevata: 36,7 anni per le tecniche con gameti della coppia, 41,9 anni per la fecondazione in vitro con ovociti donati e 34,6 anni per la fecondazione in vitro con seme donato. La principale indicazione per l’utilizzo di ovociti donati è l’età materna avanzata, a conferma di un ricorso crescente alla PMA per infertilità fisiologica.

Nel dettaglio, i 94.624 cicli con gameti della coppia si suddividono in:

• 13.194 cicli di I livello (inseminazione semplice)

• 81.430 cicli di II-III livello (fecondazione in vitro)

o 50.072 cicli a fresco (Fivet-Icsi) – 61,5%

o 29.890 cicli con embrioni congelati (Fer) – 36,7%

o 1.468 cicli con ovociti congelati (Fo) – 1,8%

Per quanto riguarda l’applicazione di tecniche con gameti donati, si osserva un aumento delle coppie trattate (da 12.053 a 13.093), con un incremento dei cicli da 14.122 a 15.131 e dei nati da 3.719 a 3.805.

Distribuzione dei centri e trattamenti nel SSN

Inoltre, solo il 32,5% dei centri PMA di II-III livello ha eseguito più di 500 cicli annui, contro una media europea del 50,1% (dati European IVF Monitoring).

Il numero di cicli effettuati per milione di donne in età fertile è più alto nelle Regioni del Nord e Centro Italia, mentre nel Sud l’offerta è inferiore alla media nazionale. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato l’importanza di ridurre le differenze regionali, migliorando l’accessibilità ai trattamenti e garantendo un’offerta omogenea nelle strutture pubbliche e private convenzionate.

La relazione evidenzia inoltre una riduzione della percentuale di parti gemellari e trigemini, in linea con le pratiche europee, e un miglioramento del tasso di gravidanza cumulativa, grazie a un maggiore utilizzo delle tecniche di congelamento e trasferimento differito degli embrioni.