Clinica
Nutrizione
28/01/2025

I livelli di vitamina D in gravidanza influenzano lo sviluppo fetale. Lo studio

I ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di vitamina D materna sono associati a un’accelerazione dello sviluppo epigenetico fetale e a una riduzione dell’altezza alla nascita

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Un recente studio, pubblicato su Nutrients, ha scoperto che i livelli di vitamina D delle madri durante la gravidanza potrebbero influenzare lo sviluppo del bambino influenzando l’accelerazione epigenetica dell’età gestazionale nei neonati.
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che bassi livelli di vitamina D materna sono associati a un’accelerazione dello sviluppo epigenetico fetale e a una riduzione dell’altezza alla nascita.

Contesto

La carenza di vitamina D è diffusa a livello globale e colpisce particolarmente le donne incinte. Oltre al suo ruolo nella salute ossea, la carenza di vitamina D è stata collegata a infezioni respiratorie, obesità e esiti avversi della gravidanza.
Studi recenti hanno infatti collegato questa carenza a infezioni respiratorie, obesità e complicazioni della gravidanza, oltre a ipotizzare un suo ruolo nella programmazione epigenetica dello sviluppo fetale.

La metilazione del DNA, un processo epigenetico che riflette i processi di sviluppo e predice l’età biologica, sembra essere un possibile biomarcatore di tali cambiamenti. Un’accelerazione epigenetica dell’età gestazionale è stata infatti associata a esiti avversi sia nel breve che nel lungo termine per la salute del bambino.

Lo studio

Lo studio ha analizzato un gruppo di donne giapponesi in gravidanza (non fumatrici e senza patologie preesistenti) con gravidanze portate a termine oltre la 37esima settimana. I ricercatori hanno analizzato i livelli di vitamina D (25(OH)D) nel sangue materno e nel cordone ombelicale per valutare le correlazioni tra i livelli di vitamina D e l’accelerazione epigenetica.

Tra le partecipanti, il livello medio di vitamina D materna era di 20,5 ng/mL, con quasi la metà delle donne (48%) al di sotto della soglia considerata adeguata.
L’analisi ha mostrato che livelli più bassi di vitamina D materna erano associati a un’accelerazione epigenetica dell’età gestazionale (misurata tramite il metodo di Bohlin) e una diminuzione dell’altezza alla nascita, mentre non vi era alcuna correlazione con il peso alla nascita. Infine, lo studio ha evidenziato differenze di genere: nei neonati maschi, l’associazione tra bassi livelli di vitamina D e accelerazione epigenetica è risultata più marcata rispetto alle femmine.

Conclusioni

Questi risultati mettono in evidenza il ruolo della vitamina D non solo per la salute delle ossa, ma anche nella programmazione dello sviluppo fetale. La ricerca ha mostrato che bassi livelli di vitamina D sono associati a uno sviluppo epigenetico accelerato, che influenza la programmazione fetale legandosi a discrepanze nello sviluppo scheletrico. L’altezza alla nascita, ma non il peso, sembra essere un indicatore chiave di queste discrepanze nello sviluppo.

Nonostante questi risultati siano promettenti, gli stessi autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi che legano la carenza di vitamina D ai processi epigenetici e agli effetti a lungo termine sulla salute. Nel frattempo, è fondamentale che i professionisti sanitari prestino attenzione ai livelli di vitamina D delle donne in gravidanza, incoraggiando esami specifici e, se necessario, integratori mirati.

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