Professione medica
Congresso Sigo
04/11/2024

Salute femminile, Congresso Sigo: verso un approccio multidisciplinare e innovativo

Fino al 6 novembre si terrà il Congresso della Federazione italiana di ginecologia e ostetricia. Al centro degli incontri de 'Donne al centro di un nuovo rinascimento' anche il tema della denatalità

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Promuovere la salute femminile attraverso un approccio multidisciplinare e innovativo. Nasce così 'Donne al centro di un nuovo rinascimento', il tema del 99° Congresso nazionale della Sigo, Federazione italiana di ginecologia e ostetricia (Aogoi-Agui-Agite), che si terrà dal 3 al 6 novembre 2024 presso Firenze Fiera, nei Palazzi dei Congressi e degli Affari. Al centro del Congresso anche il tema della denatalità. "La ginecologia e l'ostetricia", intesa come area unica, "più di ogni altra ha subito e sta subendo un processo di aggiornamento e cambiamento" innanzitutto "per la problematica relativa alla denatalità, ma anche nella terapia, con farmaci intelligenti e con l'introduzione dell'intelligenza artificiale nella diagnostica clinica". Nel cambiamento è accanto alle istituzioni anche per "tutta la problematica relativa alla medicina di genere e alla disforia di genere”, ha dichiarato Vito Trojano presidente Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, all'Adnkronos Salute.

"Questo processo" che interessa tutto il Servizio sanitario nazionale "non deve mai far dimenticare però - aggiunge Trojano - il ruolo e l'importanza della clinica, e del medico, all'interno di un sistema che, anche se avanza tecnologicamente, deve sempre considerare l'aspetto etico e professionale, il ruolo e l'autonomia del professionista nell'ambito della cura e del rapporto con la paziente. E' una cosa che abbiamo difeso sempre come società scientifiche e lo abbiamo fatto a tutti i livelli, sia nel rapporto con il territorio, ma anche all'interno degli ospedali e delle nostre università, con la formazione". Questo percorso "ci deve vedere attori in un cambiamento radicale, che modifica anche il sistema sanitario nazionale e deve avere le istituzioni come interlocutori diretti - aggiunge il presidente Sigo - Tra risultati del Piano nazionale esiti che l'Agenas ha pubblicato giusto qualche giorno fa si vede, accanto al problema ingravescente della denatalità", il fatto che sono "ancora aperti molti ospedali che sono al di sotto dei 500 parti all'anno e", d'altro canto, "diminuiscono quelli intorno ai 1.000 parti. Sono delle realtà importanti. Il problema dell'accorpamento, di cui noi siamo sempre stati grandi sostenitori, è legato proprio alla possibilità di creare punti nascita in sicurezza, in base a quella che era la legge Fazio del 2010 che si articolava su vari fattori, fra cui proprio la guardia ginecologica e ostetrica 24 ore su 24 e la guardia anestesiologica. Un ospedale al di sotto dei 500 parti - rimarca Trojano - non potrà mai garantire un sistema di assistenza e di accoglienza, anche perché la spesa economica supera quelli che sono i budget di Drg". A Firenze "parleremo con gli interlocutori - afferma il presidente Sigo - da cui vogliamo risposte. Non crediamo che grandi sovvenzioni a livello del sistema sanitario possano modificare" la situazione, "se non si organizza e pianifica come questo denaro debba essere speso a livello territoriale, nelle nostre aziende ospedaliere. Vogliamo dare suggerimenti e idee nuove alla politica e alle istituzioni, suggerimenti e idee che vengono dall'esperienza del nostro lavoro, dalla ricerca, dalla collaborazione con le aziende farmaceutiche e tecnologiche".

"Dobbiamo essere accanto alle donne in un percorso di prevenzione, di diagnosi e di cura delle malattie che comprendono un percorso non solo diverso per quanto riguarda la gestione della fisiologia e della patologia, ma anche proprio un collegamento tra le varie strutture che operano a formare la sanità italiana: il territorio, l'ospedale e, appunto, l'università". Così Elsa Viora, past president Aogoi, Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani. All'Adnkronos Salute spiega che "gli ospedali sono una parte importantissima della sanità", ma "con la pandemia Covid abbiamo capito che, in effetti, molte attività possono e devono essere fatte sul territorio. In tutta questa rivalutazione, ristrutturazione della sanità, non solo da un punto di vista proprio economico, ma anche strutturale, va ripensato il ruolo dell'ospedale" all'interno di "un percorso virtuoso". La prevenzione "viene fatta sul territorio - chiarisce Viora - e la donna viene inviata in ospedale per una continuazione di un percorso di secondo livello, di diagnosi o di cura, di chirurgia. Questa stessa donna dovrà poi ritornare sul territorio in modo che ci sia una vera continuità assistenziale affinché la donna sia davvero al centro". In questo contesto "le società scientifiche - continua la past president Aogoi - oltre ad occuparsi della parte clinica, quindi essere a fianco di tutti noi operatori, devono anche svolgere un ruolo importante per l'aggiornamento perché, per noi medici, la formazione non finisce mai. Il nostro è un lavoro in continua evoluzione e l'aggiornamento scientifico è fondamentale per la nostra professione". Solo "se riusciremo a restaurare una relazione medico-paziente, nel nostro caso medico-donna, che sia basato sulla fiducia reciproca - conclude la specialista - potremo davvero pensare di continuare a lavorare in modo più sereno. Questo è davvero fondamentale. Da parte nostra, competenza scientifica e aggiornamento e rispetto verso la persona, un rispetto che deve essere reciproco".

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