Il caso del divieto italiano alla maternità surrogata praticata dalle coppie italiane all'estero è finito sulle pagine di una delle riviste di riferimento della comunità scientifica internazionale, il 'Bmj' (British Medical Journal), che dedica un focus alla legge approvata nei giorni scorsi - legge che rende questa pratica punibile anche quando eseguita fuori dai confini nazionali, con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una sanzione pecuniaria fino a 1 milione di euro - e raccoglie le voci di medici, bioeticisti ed esperti di diritto sul provvedimento, offrendo una rassegna di osservazioni.
Su tutte, le perplessità riguardo all'impalcatura giuridica del veto posto dal nostro Paese alla maternità surrogata. Una legge "inapplicabile", secondo Filomena Gallo, avvocato dell'Associazione Luca Coscioni che si è battuta per anni per i diritti delle coppie in cerca di un figlio. Gallo stima che la maternità surrogata sia fattibile in 66 Paesi in tutto il mondo e quindi il provvedimento è inapplicabile "in quanto ignora il principio della doppia incriminazione, che è alla base del diritto penale".
Ciò significa, si spiega nell'analisi, che per punire un crimine commesso in un altro Paese, l'atto deve essere considerato un crimine anche lì. Gallo, riporta Bmj, si chiede come i tribunali perseguiranno le coppie che tornano dall'estero con un legittimo certificato di nascita rilasciato da un'autorità straniera.
Secondo Luca Gianaroli, specialista in medicina riproduttiva, della International Federation of Fertility Societies: "La legge è sbagliata e mal concepita, perché demonizza una metodologia e non tiene conto del fatto che le metodologie scientifiche continuano a cambiare drasticamente e continuamente per via degli sviluppi tecnologici. La maternità surrogata potrebbe diventare obsoleta in futuro e sostituita da uteri artificiali, per esempio".
Diversa la riflessione di Carlo Petrini, direttore dell'Unità di Bioetica dell'Iss (Istituto superiore di sanità), che, parlando a titolo personale, evidenzia l'aspetto della commercializzazione e dello sfruttamento del corpo della donna e come il bambino diventi oggetto di scambio attraverso un contratto. Secondo Petrini ciò è contrario ai principi di bioetica, a quelli dell'ordinamento giuridico italiano e alla dignità umana.
La maternità surrogata è illegale in Italia dal 2004 ai sensi della legge sulla riproduzione assistita, che proibisce anche la vendita di gameti o embrioni. Questo veto ha spinto nell'ultimo ventennio circa 250 coppie italiane all'anno a recarsi all'estero (il 90% delle quali eterosessuali), ricorda Bmj. Il futuro è ancora da scrivere. Le associazioni sicuramente daranno battaglia, avendo giurato di continuare a opporsi alla legge "nelle strade e nei tribunali, se necessario".