La terapia ormonale sostitutiva (TOS) è ormai riconosciuta come una strategia protettiva dal punto di vista metabolico. «Studi di rilievo, come il Women's Health Initiative (WHI) pubblicato nel 2002, hanno evidenziato che le donne in terapia ormonale presentano un rischio ridotto di sviluppare il diabete mellito di tipo 2» afferma il Prof. Stefano Lello, ginecologo del Dipartimento Salute Donna e Bambino, Fondazione Policlinico Gemelli Roma, componente del Commissione AME di Endocrinologia Ginecologica.
Gli estrogeni, componenti chiave della TOS, migliorano la sensibilità all'insulina, riducendo la resistenza insulinica che spesso si manifesta in menopausa. «Gli estrogeni potenziano la funzione dell'insulina, proteggendo così dall'insorgenza del diabete» spiega Lello. «La somministrazione transdermica degli estrogeni, in particolare, ha dimostrato una maggiore efficacia nel migliorare la sensibilità insulinica rispetto alla somministrazione orale».
Gli estrogeni agiscono migliorando la sensibilità dei tessuti periferici all'insulina, riducendo la necessità di iperproduzione insulinica da parte del pancreas. «Questo comporta una minore richiesta di insulina endogena, poiché l'insulina disponibile risulta più efficiente» aggiunge il ginecologo. «Inoltre, gli estrogeni esercitano un'attività antiossidante, che contribuisce a migliorare la funzionalità dei recettori insulinici».
Quali sono gli altri benefici della terapia ormonale sostitutiva? «La TOS è efficace nel prevenire l'osteoporosi, riducendo il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali. È l'unico trattamento che, partendo da una condizione di osso normale, riduce significativamente il rischio di fratture» risponde Lello. «La terapia ormonale sostitutiva migliora anche la qualità della vita delle donne, influenzando positivamente la qualità del sonno e i disturbi dell'umore. La TOS, infatti, può prevenire o trattare i disturbi dell'umore associati alla menopausa, ed è sinergica con i trattamenti antidepressivi» aggiunge lo specialista. «Questo è particolarmente rilevante poiché molte donne sperimentano ansia e depressione durante la menopausa. La terapia ormonale può stabilizzare l'umore e migliorare la qualità del sonno, spesso compromessa in questa fase della vita».
Dal punto di vista metabolico, la TOS aiuta a prevenire l'aumento di peso e la distribuzione del grasso addominale, che è metabolicamente sfavorevole. «La terapia ormonale sostitutiva è un aiuto fondamentale per evitare la distribuzione del grasso addominale, che è molto sfavorevole dal punto di vista metabolico» prosegue lo specialista. «Il grasso addominale è associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete. La TOS aiuta a mantenere una distribuzione del grasso più favorevole, simile a quella pre-menopausale».
Ci sono altri aspetti rilevanti della TOS che vorrebbe sottolineare? «Sì, è importante considerare il timing dell'inizio della terapia. Le linee guida raccomandano di iniziare la TOS prima dei 60 anni o entro 10 anni dall'ultima mestruazione. Inoltre, la scelta del tipo di progestinico è cruciale. Dobbiamo privilegiare progestinici senza attività androgenica residua o glicocorticoide, per non contrastare l'effetto benefico degli estrogeni sulla funzione insulinica e metabolica in generale». La terapia ormonale sostitutiva non è uguale per tutte le donne, ma esistono diverse formulazioni con composizioni farmacologiche differenti. «È concettualmente sbagliato parlare di una sola “terapia ormonale”; dobbiamo invece parlare di “terapie ormonali” chiarisce il Prof. Lello. «Ogni formulazione ha effetti diversi sul metabolismo e sulla salute generale, quindi è importante personalizzare la terapia in base alle esigenze ed alle caratteristiche specifiche della paziente».
A.Z.