Attualità
Social media
30/05/2024

Social media, psichiatri Sip: effetti negativi anche sui 19enni. Più vulnerabili e fragili

I risultati, pubblicati sulla rivista 'World Psychiatry', sono stati discussi a Verona in occasione del Congresso nazionale della Sip o che all'evento festeggia i suoi 150 anni

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A 19 anni d'età si diventa più fragili e vulnerabili nel mondo dei social media e sul web. Proprio come quando si è adolescenti, con la differenza che, da 19enni, l'impatto negativo colpisce tanto le donne quanto gli uomini. Oltre all'età, gli 'effetti collaterali' dei social dipendono anche dalla presenza di un ambiente familiare disfunzionale, da problemi legati a una disabilità, dalla salute mentale o dalla sensazione di solitudine e isolamento sociale. Laddove, cioè, mancano i fattori regolatori di un uso smodato, sia esterni che interni, aumenta il rischio di dipendenza, dai social come da alcuni giochi online. A tracciare il quadro dell'influenza dei social e del web in generale sulla vita e sulla salute mentale degli utenti è una nuova review condotta da un gruppo di ricercatori internazionali. I risultati, pubblicati sulla rivista 'World Psychiatry', sono stati discussi a Verona in occasione del Congresso nazionale della Società italiana di psichiatria (Sip) che all'evento festeggia i suoi 150 anni.

"La connettività alla rete Internet spiega la presidente Sip, Liliana Dell'Osso è diventata onnipresente, seppure 'invisibile', tanto che studiosi e ricercatori da anni tentano di valutarne gli effetti sulla capacità di attenzione, i processi di memoria e la cognizione sociale, senza risultati univoci. In particolare, sui giovanissimi che, secondo una recentissima survey del 2023 condotta tra 1.453 individui, nel 50% dei casi si descrivono come 'sempre online'. Peraltro, in un nostro studio condotto all'università di Pisa, sta emergendo anche che l'uso patologico di videogames, che questa generazione spesso gioca online, si associa a una maggior tendenza al ritiro sociale e comportamenti simili-hikikomori".

Lo studio su World Psychiatry, sottolinea Emi Bondi, presidente uscente Sip, "prende in considerazione i dati più recenti provenienti dalla ricerca per valutare l'influenza di Internet, e dei social media in particolare, sullo stato psicologico individuale. Aldilà dei pericoli connessi al cyberbullismo, ai giochi online, all'esposizione a materiale pedopornografico, la letteratura scientifica sull'impatto di Internet e dei social è piuttosto contraddittoria. Alcuni studi ne demonizzano l'uso e il rischio manipolativo, altri invece ne sottolineano il potenziale anti-stigma, il ruolo di facilitatore di connessioni e supporto tra pari".

In ogni caso sono molti i fattori che mediano l'impatto del web, evidenzia Guido Di Sciascio, segretario nazionale Sip. "Uno studio preso in considerazione nella nuova review, pubblicato su 'Nature Communications' riferisce mostra che le ragazze risentono maggiormente dell'uso eccessivo dei social nella prima adolescenza, tra gli 11 e i 13 anni, mentre i ragazzi tra i 14 e i 15 anni. Entrambi i gruppi mostrano una sensibilità particolare al termine dell'adolescenza, verso appunto i 19 anni".

Alcune piattaforme, più di altre, sono additate come potenzialmente promotrici di un uso compulsivo delle stesse, attraverso messaggi promozionali ad hoc, continue notifiche, facilitazioni quali l'auto-scrolling che inducono a vere e proprie 'abbuffate' da social, riducendo il tempo per il lavoro, le relazioni, lo studio.

La review, dunque, suggerisce che "l'impatto di Internet e dei social media sulla psiche degli utenti è meno semplicistica e più complessa di quanto si immagini", rimarca Paola Calò, psichiatra e referente area social media nell'esecutivo Sip. "L'utilizzo di Internet e dei social media conclude non è un'esperienza univoca, infatti, ma varia in base alle caratteristiche sociodemografiche, psicologiche e comportamentali individuali e in base anche ai contesti e alle situazioni. Nel complesso, i risultati di questa review suggeriscono una comprensione più sfumata e individualizzata dell'influenza di Internet sul funzionamento psicologico, cognitivo e sociale. Per questo motivo siamo convinti della necessità che la ricerca, la realizzazione di linee guida e le iniziative future debbano privilegiare un approccio interdisciplinare e multidimensionale per affrontare il problema dei vantaggi e degli svantaggi delle nostre interazioni con il mondo online".

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