Uno studio pubblicato su JAMA documenta un aumento significativo dell’uso degli agonisti del recettore GLP-1 nei sei mesi successivi al parto: in Danimarca le prescrizioni sono salite da 1 donna ogni 300 a 1 ogni 57 tra il 2022 e il 2024. Il dato emerge dall’analisi di oltre 382.000 gravidanze avvenute nel Paese tra il 2018 e metà 2024.
Secondo i ricercatori della University of Southern Denmark, l’incremento riguarda soprattutto il principio attivo semaglutide, che mostra un aumento netto delle prescrizioni a partire dalla fine del 2021. Nella prima metà del 2022 il farmaco risultava utilizzato da una donna ogni 300; nella prima metà del 2024 le utilizzatrici sono diventate 464 su 26.975 parti, pari a una ogni 57. La maggior parte delle donne era in sovrappeso prima della gravidanza e solo il 23% aveva una diagnosi documentata di diabete. Gli autori ritengono quindi che, nel campione analizzato, l’indicazione principale fosse la perdita di peso.
Il lavoro pubblicato su JAMA ricorda che il periodo post-partum è caratterizzato da variazioni fisiologiche e ormonali che potrebbero influenzare l’efficacia e la sicurezza dei GLP-1RA. La loro utilizzazione in questa fase rimane poco documentata e i dati sugli effetti per il neonato allattato al seno sono limitati. «Il periodo post-partum rappresenta una fase nella quale la sicurezza dell’uso del semaglutide è scarsamente documentata», riportano gli autori, che auspicano studi dedicati.
Il trend si inserisce in un contesto di crescente diffusione degli analoghi del GLP-1 a livello globale. Il passaggio dal liraglutide al semaglutide è evidente: lo studio documenta che nel 2024 il 97% delle prescrizioni riguarda il semaglutide, nell’89% dei casi nella formulazione autorizzata per il trattamento dell’obesità e resa disponibile in Danimarca nel 2022. Tra il 2018 e il 2022, inoltre, le prescrizioni sono aumentate da 5 a 34 ogni 10.000 parti, per poi superare le 170 ogni 10.000 nel 2024.
Il profilo delle utilizzatrici cambia nel tempo. Prima del 2022 era più frequente la presenza di diabete o di un BMI elevato già prima della gravidanza. Nel periodo 2022–2024 il 73% delle donne non aveva mai assunto GLP-1 in precedenza; il BMI medio risultava pari a 27, indicativo di sovrappeso. Questa dinamica suggerisce che, negli ultimi anni osservati, il farmaco sia stato spesso utilizzato per affrontare il peso in eccesso accumulato in gravidanza o preesistente, e non per proseguire terapie già in corso per diabete o obesità.
Lo studio non valuta esiti clinici né eventi avversi associati all’uso del semaglutide nel post-partum. Gli autori ribadiscono che la sicurezza della molecola in questa fase richiede ulteriori ricerche, soprattutto in relazione ai bambini allattati al seno. In un commento riportato dalla stampa, alcuni esperti evidenziano che i GLP-1RA sono controindicati durante la gravidanza e l’allattamento e che i dati disponibili non consentono di trarre conclusioni definitive sul loro impiego immediatamente dopo il parto.