Clinica
Insonnia
01/07/2025

Il legame tra disturbi del sonno e disfunzione erettile: nuove evidenze cliniche

L'insonnia e l'apnea ostruttiva sono due disturbi del sonno molto diffusi, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo e derivano da meccanismi fisiologici e neurobiologici distinti

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L'insonnia e l'apnea ostruttiva (OSA) sono due disturbi del sonno molto diffusi, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo e derivano da meccanismi fisiologici e neurobiologici distinti. «Circa l'8-18% degli adulti soffre di insonnia cronica, definita da una durata di almeno 3 mesi con frequenza di almeno 3 episodi a settimana, con tassi più elevati negli anziani e nelle donne», affermano i componenti della Commissione Andrologia AME (Associazione Medici Endocrinologi), coordinata da Agostino Specchio. «Tale prevalenza può raggiungere il 50-60% se si includono i casi di insonnia occasionale», continuano gli specialisti. «Diversi fattori contribuiscono all’elevata prevalenza dell'insonnia, stili di vita moderni (orari di lavoro e di sonno irregolari, tempo eccessivo davanti agli schermi, livelli elevati di stress), ambienti urbani (rumore persistente, inquinamento luminoso), ma anche condizioni patologiche, come malattie cardio-vascolari (CV), diabete e disturbi psichiatrici (depressione, ansia). Molti individui con insonnia mostrano uno stato di attività cerebrale elevata o ipereccitazione durante le ore sia diurne che notturne, correlato a livelli più elevati di ormoni dello stress, come cortisolo e adrenalina, e a modifiche degli equilibri tra neuro-trasmettitori cerebrali, come GABA, serotonina e noradrenalina», osservano Specchio e colleghi.

«L'OSA è la componente principale di uno spettro di disturbi respiratori che si verificano durante il sonno, caratterizzata dall’ostruzione completa (apnee) o parziale (ipopnee) delle vie aeree superiori durante il sonno», riportano gli specialisti. «Quando si sviluppano apnee o ipopnee, l’ipossia causa micro-risvegli finalizzati alla ripresa della ventilazione, con conseguente impatto sull'architettura del sonno», proseguono gli esperti. «In particolare, questi risvegli ripetuti impediscono un sonno profondo e ristoratore e portano a sonnolenza diurna e affaticamento».

«Anche la disfunzione erettile (DE) riconosce un’eziologia multi-fattoriale, in cui entrano in gioco fattori ormonali, vascolari, neuronali e psicologici», commentano gli specialisti. «Vi sono evidenze che l’alterazione dell’architettura del sonno e l’ipossia intermittente che può accompagnarla nell’OSA possono contribuire allo sviluppo di DE».

Di recente, una revisione narrativa della letteratura (Sweetman A, et al. Curr Opin Pulm Med 2023) ha riassunto le evidenze a sostegno dell’esistenza di una relazione tra insonnia e apnee notturne co-morbide (co-morbid insomnia and sleep apnea, COMISA) e DE», segnalano Specchio e colleghi.

«Una buona notte di sonno svolge un ruolo cruciale per la salute e il benessere generale e ha un impatto significativo su varie funzioni corporee, tra cui la salute sessuale», riportano gli specialisti. «Il sonno è essenziale per bilanciare i livelli ormonali, sostenere la salute CV e gestire stress e ansia, tutti fattori strettamente collegati alla funzione erettile».

«I meccanismi fisiopatologici che collegano la COMISA alla DE sono perciò molteplici, come descritto di seguito», continuano gli esperti. «L'integrità vascolare è fondamentale per l’erezione, la vaso-dilatazione mediata dall'ossido nitrico endoteliale permette l’aumento del flusso sanguigno nelle arterie peniene, fattore a sua volta determinante per la tumescenza dei tessuti erettili» riferiscono gli specialisti. «L'ipossiemia ricorrente e il sonno frammentato associati all'OSA contribuiscono alla disfunzione endoteliale, elemento quindi critico nella patogenesi della DE. Inoltre, l'eritrocitosi secondaria a OSA determina aumento della viscosità del sangue, che può compromettere la circolazione micro-vascolare, inclusa quella peniena», osservano Specchio e colleghi.

«Gli aspetti neurologici sono ugualmente importanti, in quanto sia il sistema nervoso centrale che quello periferico sono coinvolti nei processi fisiologici che innescano l'erezione», proseguono gli specialisti. «Gli episodi ripetuti di ipossia e ri-ossigenazione che si verificano nelle COMISA agiscono come fattori stressanti sul sistema CV, portando a uno squilibrio tra attivazione simpatica e inibizione parasimpatica», riportano gli esperti. «Poiché la tumescenza peniena è principalmente sotto il controllo parasimpatico, l'iperattività simpatica associata alle COMISA può ridurre la capacità fisiologica di indurre e mantenere l'erezione» continuano Specchio e colleghi.

«Anche la regolazione ormonale svolge un ruolo fondamentale nella funzione sessuale, con un ruolo principale svolto dal testosterone, i cui bassi livelli possono portare a diminuzione della libido e a DE», riferiscono gli specialisti. «In soggetti con scarsa qualità del sonno e privazione cronica di sonno sono stati riportati ridotti livelli sierici di testosterone. Inoltre, fattori psicologici, come stress, ansia e depressione possono influenzare la capacità di avviare gli impulsi nervosi necessari per un'erezione. Lo stress cronico e la stanchezza associati alle COMISA possono esacerbare le componenti psicologiche della DE, tra cui il ridotto desiderio sessuale e l'ansia da prestazione», proseguono gli specialisti.

«In una revisione sistematica con metanalisi che indagava l'associazione tra OSA e DE sono stati revisionati 28 studi osservazionali, di cui 19 trasversali, 7 caso-controllo e 2 di coorte», continuano Specchio e colleghi «È emerso che gli individui senza OSA hanno un rischio significativamente inferiore di DE rispetto a quelli con OSA (OR 0.45, IC 95% 0.18-0.71)», riportano gli esperti. «Un altro studio ha esplorato il legame tra qualità del sonno e DE tra studenti universitari peruviani. L'indagine ha coinvolto 381 uomini, di età compresa tra 18 e 30 anni, impiegando vari indici per misurare la funzione erettile e la qualità del sonno» osservano Specchio e colleghi. «Il 50.9% dei partecipanti aveva scarsa qualità del sonno e la probabilità di soffrire di DE era significativamente maggiore fra coloro che dormivano male, inoltre, l'OSA si associava a maggiore prevalenza di DE».

«Un altro studio ha indagato le associazioni causali tra 42 fattori di rischio modificabili e la DE», riportano gli specialisti. «Tra gli elementi identificati come significativamente associati al rischio di DE erano compresi alcuni fattori correlati al sonno, quali insonnia e russamento», proseguono Specchio e colleghi. «Un altro studio recente ha dimostrato associazioni significative tra DE, carenza di testosterone e vari disturbi del sonno in un'ampia coorte di uomini statunitensi di età compresa tra 40 e 70 anni. I risultati hanno rivelato che la carenza di testosterone è più probabile negli uomini con diagnosi di OSA (OR 1.66), insonnia (OR 1.74) e alterazione del ritmo circadiano (OR 2.63), rispetto ai controlli abbinati senza disturbi del sonno», continuano gli esperti. «Allo stesso modo, la DE è più diffusa tra gli uomini con OSA (OR 1.02), insonnia (OR 1.30) e alterazione del ritmo circadiano (OR 1.54)» osservano Specchio e colleghi.

«La DE, sebbene ancora spesso considerata una problematica di secondaria importanza, è un fenomeno che può dipendere da plurime condizioni patologiche, nonché spesso un campanello d’allarme di malattie CV non (ancora) diagnosticate», osservano gli esperti. «Questo lavoro ci consiglia di arricchire la nostra “cassetta degli attrezzi” anamnestici per la DE anche con domande volte a indagare la qualità del sonno, per verificare in particolare l’esistenza di OSA o disgregazione del suo ritmo», proseguono gli specialisti. «Le informazioni ottenute possono aiutare a migliorare la qualità dell’erezione, ma anche la qualità di vita generale», commentano Specchio e colleghi.

Curr Opin Pulm Med 2023, 29: 567-73. doi: 10.1097/MCP.0000000000001007.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37642477/

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