Il menisco discoide rappresenta una variante congenita della morfologia meniscale, caratterizzata da un aumento del diametro e da una conformazione più ampia rispetto al menisco normale. Questa condizione, che interessa più frequentemente il menisco laterale, può rimanere silente per anni, ma nell’adolescente sportivo assume particolare rilevanza clinica. In questa fascia di età, in cui spesso la crescita si accompagna a richieste funzionali elevate, è importante non solo una diagnosi precoce ma anche la pianificazione di un percorso che permetta al giovane atleta di proseguire l’attività sportiva in modo sicuro e duraturo.
Il menisco discoide spesso è asintomatico. Manifestazioni quali dolore, gonfiore ricorrente, sensazione di scatto o blocco articolare sono per lo più correlate alla presenza di una lesione nel contesto del menisco discoide o alla sua instabilità. Altrimenti l’esordio dei sintomi può essere insidioso, talvolta bilaterale e riguarda soprattutto i giovani coinvolti in sport come calcio, basket o arti marziali. Spesso il primo campanello d’allarme è il calo della performance: difficoltà nei cambi di direzione, rigidità articolare, minore fluidità o addirittura difficoltà nell’esecuzione del gesto tecnico. In molti casi non è riportato un vero e proprio trauma, ma piuttosto una progressiva limitazione durante l‘attività.
La valutazione clinica deve comprendere i test meniscali statici e dinamici, l’osservazione della deambulazione e l‘analisi del gesto sportivo, in particolare la capacità di eseguire movimenti complessi come salti e atterraggi.
L’esame radiografico può mettere in evidenza segni indiretti della presenza di un menisco discoide, ma l’esame diagnostico di riferimento resta la risonanza magnetica che permette di identificare anche eventuali lesioni a carico del menisco.
Tuttavia, la scelta terapeutica non può basarsi solo sull’imaging, ma nell’adolescente sportivo devono essere considerati anche il livello agonistico e le aspettative dell’atleta, l’impatto dei sintomi sull’attività sportiva ed i possibili rischi a lungo termine.
Un menisco discoide asintomatico, anche se evidenziato dagli esami strumentali, non richiede alcun trattamento. È tuttavia indicato un attento follow-up: non esistono programmi preventivi ma in generale è fondamentale un’adeguata gestione dei carichi ed un adeguato controllo neuromuscolare.
ll trattamento chirurgico trova invece indicazione in presenza di una sintomatologia tipica, non responsiva alle terapie conservative. Le opzioni a disposizione vanno dalla saucerizzazione, ossia un rimodellamento del menisco discoide sino ad ottenere una normale morfologia e funzione meniscale, la stabilizzazione periferica associata o meno alla centralizzazione qualora sia presente una problematica di instabilità sino alla riparazione dei diversi pattern lesionali. A prescendere dal tipo di trattamento chirurigico, l’obiettivo è quello di preservare quanto più possibile il tessuto meniscale.
Per quanto riguarda il post-operatorio non vi sono linee guida condivise e il percorso riabilitativo è strettamente dipendente dal tipo di chirurgia effettuata. In caso di saucerizzazione o meniscectomia più estesa è generalmente concesso fin da subito il carico e il range of motion completo, con una progressione che generalmente permette il ritorno in campo a circa 8 settimane dall’intervento.
Qualora invece si realizzi una riparazione meniscale, vi sono delle restrizioni sia al carico che all’articolarità (soprattutto in flessione) nelle prime 6-settimane. Per il ritorno all’attività sportiva è importante un programma personalizzato che generalmente prevede ulteriori 3-4 mesi dal recupero del ROM completo.
La prognosi è generalmente positva, soprattutto in caso di chirurgia conservativa. Come evidenziato da studi recenti (Erden et al. 2025) la maggior parte degli adolescenti trattati può riprendere l’attività sportiva, anche a livello competitivo. Tuttavia, il ritorno in campo non è l’unico obiettivo da perseguire, ma bisogna considerare le conseguenze a medio e lungo termine e il possibile rischio di recidiva. Infatti, è stata dimostrata una precoce ed accelerata progressione verso l’artrosi in caso di meniscectomia subtotale o totale rispetto alla meniscectomia parziale e alla riparazione meniscale.
Il menisco discoide nell’adolescente sportivo è una sfida che richiede una visione globale: non si tratta di correggere una variante morfologica, ma permettere l’attività sportiva in modo sicuro e duratutro. Questo significa diagnosi precoce, approccio conservativo quando possibile, riabilitazione personalizzata e attenzione al contesto sociale e sportivo del giovane atleta.
Bibliografia:
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Erden T, Agir M, Ali J, Toker B, Taser O. From Surgery to Sports Career: The Long-Term Fate of Athletes With Discoid Meniscus. Clin J Sport Med. 2025 May 23. doi:
Matsuo T, Kinugasa K, Sakata K, Ohori T, Mae T, Hamada M. Post-operative deformation and extrusion of the discoid lateral meniscus following a partial meniscectomy with repair. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2017 Feb;25(2):390-396.
Dr. Marcello Catalano - Azienda Ospedaliera Ospedale Treviglio Caravaggio di Treviglio